Descrizione: Attori iniziali del film sono gli strumenti musicali, personaggi del suono, compagni di viaggio. La voce di Capossela ci guida. Si parte dagli interni dell'inverno milanese, finestre che guardano palazzi, tram e cumuli di neve. E la voce parla di loro, gli strumenti: il pianoforte, i fiati, il violoncello, il più arduo e solitario. E poi il viaggio inizia e sempre Capossela ci parla, senza un piano preciso, ma senza mai lasciare cadere il discorso. Si parla di show, di spettacolo e del pericoloso "mettersi in scena". Senza apparenti salti, il viaggio attraversa l'oceano e si apre alla luce dei deserti americani. È un viaggio musicale, ovviamente, si incontrano musicisti, strumenti e canzoni ma soprattutto si incontrano per brevi sguardi, come dal finestrino di un'auto, persone, volti, intere vite raccontate passando. Così si compone la faccia della terra. Infine la domanda: non è l'America, grande scenografia a due dimensioni, baraccone permanente di mostri e miracoli, metafora del nostro destino, invito continuo a giocarci tutto su una scena?
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