Lettera del Movimento "100autori" a Rai Fiction
La situazione della Rai, la maggiore azienda culturale del Paese, è sotto gli occhi di tutti: è in atto una continua e devastante guerra per bande, trasversale anche agli schieramenti politici, fatta di veleni, regolamenti di conti, paralisi progettuale.Questo stato di cose è il trionfo della cattiva politica, che trascura l’interesse generale e sostiene clientele, lobby e gruppi di potere. È nostro diritto come cittadini e nostro dovere come autori chiedere che il legame tra Rai e cattiva politica venga spezzato. Compito della politica è dettare regole certe perché si affermino il pluralismo culturale, la libertà di espressione e di mercato, ripensare meccanismi che favoriscano l’emersione del talento e il riconoscimento del merito, non raccomandazioni e pressioni dei comitati di affari.La Fiction televisiva, con il suo potenziale enorme nel racconto del Paese, è insieme all’informazione il settore strategicamente più importante di una grande televisione pubblica. Nel resto d’Europa, oltre che negli USA, è ormai riconosciuta la necessità di una diversa struttura dell’industria audiovisiva, che attraverso le suddivisioni dei diritti tra network, produttori indipendenti e autori, consente una reale crescita culturale ed economica di tutto il settore. La mancanza di trasparenza nelle scelte editoriali abbassa la qualità e svilisce le professionalità.Punti di riferimento del servizio pubblico, nella fiction e nell’informazione, devono essere i diritti dello spettatore: il diritto ad essere informato correttamente, il diritto ad un’offerta ampia di spettacolo, il diritto all’innovazione e alla ricerca, il diritto a vedere rappresentato il nostro Paese in modo originale, autentico, diversificato.È necessario cambiare al più presto il modello organizzativo e gestionale della Rai, cancellare feudi e potentati ansiosi di compiacere i potenti di turno. Prima di scegliere gli uomini che dovranno dirigere queste strutture, vogliamo che siano fissati (come nelle altre televisioni pubbliche europee) i criteri e le caratteristiche professionali, i curricula ideali che i candidati che ambiscono a questo posto devono avere. Com’è già avvenuto per RaiCinema, chiediamo che le persone che saranno chiamate a ricoprire incarichi così importanti possiedano qualità morali, capacità professionali, e godano della stima degli operatori del settore. Così deve agire una grande impresa pubblica che opera in un campo delicato e sensibile come quello culturale. È il momento di cambiare questo stato di cose, affinché la Rai possa mantenere il suo grande patrimonio di identità, e non smarrire definitivamente il suo ruolo.
Movimento "100autori"25/07/2008, 13:55