Karin Fossum: un mito della letteratura europea
arriva per la prima volta al cinema
E' stata definita la nuova Agata Christie. Le sono bastati un paio di libri che definire memorabili è usare un eufemismo. Chi li ha letti, non li ha più dimenticati.
E si è segnato il suo nome: Karin Fossum, la scrittrice che viene dal freddo.
Nata il 6 novembre del 1954 a Sandefjord (Norvegia) e passata alla storia della letteratura di fine Novecento. La Fossum ha studiato, ha girato l'Europa e sin da giovanissima ha capito che il suo futuro sarebbe dovuto essere legato alla scrittura.
A vent'anni comincia a scrivere poesie e racconti che già vanno a definire i caratteri di quella poetica autoriale che sarebbe emersa in pieno solo vent'anni dopo.
Le sue passioni? Il giallo e la psicologia. Due poli magnetici che calamitano descrizioni e personaggi dei suoi lavori giovanili. L'elemento dell'indagine diventa subito centrale. Ma attenti a non scambiarlo per semplice perlustrazione di luoghi e di scene del delitto.
La Fossum privilegia l'analisi interna, quella psicologica. Un fatto di stati d'animo e di patologie della mente.
Il chè significa parlare di testi centrati sul rapporto fra individui e ambiente, tra passato e presente, in una successione di eventi che trapassano dall'orizzonte pubblico a quello privato.
La prima fase della sua esperienza artistica si chiude con la summa poetica della sua produzione giovanile raccolta in un’uscita del 1974. E la Fossum comincia a far parlare di lei, tanto da aggiudicarsi il "
Tarjei Vesaas' Debutant".
Come inizio, niente male.
Il 1992 è una data importante. Per la Fossum, perchè coincide con la scrittura della sua prima novella "
I et annet lys". E per la Norvegia, in procinto di lanciare nel mondo un'autrice profonda e sensibile destinata ad incidere enormemente sulla cultura europea degli anni a venire.
Dopo l'importange esperienza di "
Søylen", il suo secondo romanzo pubblicato nel 1994, arriviamo al big-bang del successo mondiale della scrittrice.
E' come se tutti i fantasmi inquieti della sua giovinezza e i suoi motivi ricorrenti si siano dati appuntamento per quello che è un giro di valzer romantico fra i ghiacchi della Norvegia e l'ansimare irrequieto di un racconto da brivido.
Ci riferiamo a "
L'Occhio di Eva", che va ad inaugurare una serie ormai celeberrima in tutto il mondo: quella dell'Ispettore Conrad Sejer.
Uomo di mezza età, vedovo da poco tempo, padre di una giovane donna e nonno affettuoso.
Quando si dice un personaggio di culto.. Beh, Sejer lo è. "
L'Occhio di Eva" ha tutto il sapore del capolavoro che apre una nuova strada alla letteratura di genere.
I critici cominciano a farsi più di una domanda sulla Fossum, il pubblico va in visibilio e premia il testo con un vertiginoso numero di copie vendute.
Il sequel era d'obbligo. Arrivò nel 1996 con "
Don't Look Back" (in italiano “
Lo Sguardo di uno Sconosciuto”, da cui Molaioli ha tratto "
La Ragazza del Lago") che proietta la scrittrice tra gli autori europei più amati di sempre.
Milioni di copie vendute e la consapevolezza di avere a che fare con un talento più unico che raro.
Negli anni successivi i libri con Sejer protagonista diventano sei.
E se il 2007 segna l'arrivo in libreria di "
Den som elsker noe annet" (2007), ottavo libro centrato sulle indagini di Sejer, traccia anche un evento storico: quello relativo all'approdo al cinema di "
La Ragazza del Lago" (diretto da Andrea Molaioli e interpretato da Toni Servillo), adattamento cinematografico del libro forse più famoso della scrittrice, quello che le è valso un appellativo che ha fatto il giro del mondo: £strameritato".
14/09/2007, 16:53