BFF 31 - Un cantiere del reale con Cioni e Marino
Dall'esperienza dei
laboratori uccellacci, condotta in varie scuole elementari e medie in provincia di Firenze, è nata l'ideazione e la lavorazione del film "
GLI INTREPIDI" di
Giovanni Cioni, prodotto da
Quarto Film con
Rai Cinema e
RAI 3 Fuoriorario, in anteprima alla
Mostra di Venezia, Giornate degli Autori, settembre 2012.
Il cantiere ripercorrerà le varie tappe di questa esperienza di cinema. Un cantiere di immaginari a confronto.
Prima parte; sabato 1 giugno ore 9-11
L'ESPERIENZA DEI LABORATORI UCCELLACCI: Ogni laboratorio è un percorso, nel quale si inventano ed elaborano, in uno scambio di idee e di immaginari, una storia da realizzare insieme. Fare cinema è innanzitutto un’esperienza: dove imparare a guardare, ascoltare, mettersi in gioco, rielaborare i propri vissuti, immedesimarsi nell’altro, dare voce alle proprie fantasie, paure, ansie.
All’inizio di ogni laboratorio, ad ognuno è chiesto di proporre una storia e di raccontarla agli altri. Dallo scambio di storie e di personaggi, in un processo di accostamenti, decantazione, intrecci, nasce il film che girano.
Non si propongono temi da trattare: i temi vengono fuori dall’elaborazione delle storie. Si preferisce che sia la fantasia a parlare della realtà, a rivelare i vissuti, gli immaginari.
Le storie realizzate in questi film parlano di ragazzi, del loro mondo, del mondo visto da loro. Hanno spesso elementi fiabeschi e avventurosi. Si potrebbe parlare di “Fantasy e Neorealismo”. In altre storie ad emergere sono invece la scoperta dell’amore, il rapporto con gli altri e soprattutto la solitudine. Infine ci sono le storie vere di alcuni ragazzi, che emergono durante la lavorazione.
Seconda parte: domenica 2 giugno ore 10-13
L'ESPERIENZA DEL FILM GLI INTREPIDI: “
la proposta di Salgari era l'occasione per fare un film con ragazzi con i quali avevo fatto laboratori di cinema alla scuola media. Di riprendere con loro un'esperienza. Questo era il punto di partenza. Un'esperienza di immaginari, il mio e i loro. Il mio attraversato dalla lettura di Salgari, dei suoi cannibali che sono l'immagine-madre da cui sono partito – per poi dirmi che filmavo i ragazzi come avevo immaginato i cannibali – dunque che li immaginavo. Questa immagine di partenza permetteva uno scambio: un primo montaggio dei cannibali e della fiera ha permesso loro di entrare nella logica del film. Per me è importante questa idea dello scambio. Di creare un legame attraverso uno scambio di sguardi, cosa vuol dire guardare, essere guardati... Ma nel senso anche di “giocare il gioco” del film di pirati: avere “veramente” i cannibali, avere “veramente” tre corsari naufraghi sulle coste del Venezuela, girare in un luogo che può essere un Mar dei Caraibi... “
(Giovanni Cioni)
11/05/2013, 13:54