Pier Paolo Pasolini protagonista di “Il Tempo e la Storia”
Comunista, ateo, anarchico. Eppure religiosissimo. Una contraddizione apparente, in uno dei più complessi e trasgressivi intellettuali italiani:
Pier Paolo Pasolini, protagonista di “
Il Tempo e la Storia”, il programma di Rai Cultura in onda giovedì 16 aprile alle 13.10 su Rai3 e alle 20.50 su Rai Storia, canale 54 del Digitalie Terrestre e canale 23 di Tivù Sat. Ospite di
Massimo Bernardini, il professor
Alberto Melloni.
"
Pasolini" – dice Melloni -"
è una presenza inquietante e seduttiva tanto per l'intellighenzia di sinistra quanto per il mondo cattolico. Entrambi hanno il desiderio di appropriarsene e la paura di ritrovarsi addosso una personalità inquietante". "
Ma la ferocia di Pasolini nel guardare la realtà" – aggiunge - "
mette in luce le grandi domande: per questo può essere definito un poeta religioso".
In primo piano le origini di Pasolini: la religiosità popolare che incontra il comunismo, il fascino esercitato dalla figura di Gesù di Nazareth che lo porta, nel 1963, a un lungo viaggio in Palestina e, poi, al film
“Il Vangelo secondo Matteo”. Un interesse lo porta ad affrontare le tematiche religiose anche in altri film e a progettarne uno, rimasto solo sulla carta, dedicato a san Paolo.
I giudizi su di lui sono contrastanti: da una parte papa Giovanni XXIII “benedice” il Vangelo secondo Matteo, dall’altra Pasolini viene processato, e assolto, per vilipendio alla religione dopo il cortometraggio “
La ricotta”. Ma a chi lo accusa di offendere la fede, Pasolini risponde che il vero nemico della religione è un altro: il consumismo. Anche se si rende conto che questa è una battaglia persa. Un pensiero che si accompagna a un presentimento: quello di essere una vittima predestinata. Quando, nel 1975, viene ucciso c’è chi pensa che la sua morte sia solo l’inevitabile conclusione di una vita “sbagliata”. Ma, per altri, è l’omicidio premeditato di un intellettuale diventato troppo scomodo.
15/04/2015, 16:00