MEDFILM FESTIVAL - "Lampedusa, le Nuove Vie dei Canti"
Cambiare prospettiva crea spesso un’analisi più lucida e sincera di una determinata situazione. Abbassarsi a un metro di altezza e sentire i bambini che raccontano di Biancaneve e i sette nani di Lampedusa o della sorella immigrata, è un ottima soluzione per racconta l’isola.
Lampedusa non è il paese dei balocchi, ma non si può fare solo “tragedia della tragedia” intorno alla terra più meridionale d’Italia. Il progetto di Guido Barbieri, ripreso da
Piergiorgio Mangiarotti e Michele Fumeo, è volto alla realizzazione di uno spettacolo itinerante che ha coinvolto gli alunni delle scuole e la banda locale “Lipadusa”.
Poco importa se l’audio delle riprese è continuamente sporcato dalle urla e dalle voci dei bambini, perché questi stessi bambini restituiscono una saggezza sorprendente. “Io non mi sento più ricca di loro”, dove loro sono i migranti o turchi, come vengono chiamati a Lampedusa senza alcuna accezione negativa.Il progetto canoro e le interviste ai bambini dimostrano la loro lucida semplicità nell’affrontare tragedie come quella del 3 ottobre 2013 in cui 368 migranti morirono. Lampedusa è abitata da tartarughe, clandestini e turisti, persone di passaggio, ma che hanno comunque lasciato nel cuore dei lampedusani un solco profondo.
Naturalmente lontani da ogni tipo di influenza,le storie e i racconti di questi bambini hanno molto da insegnare. Poco importa se il concerto poi è stato svolto con l’impianto acustico funzionante, se il brano di Bach è stato eseguito con un accento tedesco corretto, la voglia di rivendicare la generosità come quella di Lampedusa e il desiderio che hanno i bambini di aprirsi agli altri è il valore più grande che un film come "
Lampedusa, le nuove vie dei canti" è in grado di dimostrare.
09/11/2015, 10:39
Marta Leggio