Note di regia de "La Convocazione"
Se si guarda con attenzione alle tante immagini di cronaca giudiziaria che negli anni si sono accumulate, anche soltanto nei telegiornali, a margine del fotogramma si scorgeranno loro, i giudici popolari, questi sconosciuti che per volontà del caso hanno contribuito in forma anonima alla storia di tanti processi, per poi ritornare alle proprie vite. Un flusso costante che continua a coinvolgere molti, ma che rimane tutt'ora pressoché ignoto: chi sono? Che peso hanno? Cosa porteranno delle loro opinioni e convinzioni personali al momento di decidere la sentenza? La convocazione intende raccontare, attraverso il momento della selezione dei giudici, proprio quel contesto umano e relazionale da cui scaturiranno i giudizi di condanna o assoluzione.
Nella piccola metamorfosi del comune cittadino in magistrato diventa visibile molto di quello che sono i nostri sentimenti verso la Giustizia, la responsabilità del giudizio, l'indecifrabilità dei comportamenti umani, specie quelli criminali. La comunità, in una certa misura, è chiamata, qui, a guardarsi da fuori, in un riflesso
che talvolta può essere anche disturbante: paure, aporie, illusioni, egoismi, speranze. Il momento della
selezione è un grande laboratorio umano che ci sembra importante esplorare, anche a costo di uscirne più
disorientati di prima.
Enrico Maisto
03/10/2017, 08:27