TFF37 - "Frida viva la vida", arte vita e morte
Un racconto su più livelli quello costruito da
Giovanni Troilo per ricordare
Frida Kahlo nel suo "
Frida Viva la Vida". Più livelli narrativi (le immagini dei quadri e dei filmini amatoriali dell'artista, il Messico di oggi, i montaggi di film e animazioni d'epoca che servono a rievocare emozioni e situazioni "perdute", le parti di fiction con una simiil-Frida che si muove negli spazi) e più livelli linguistici (le parole della pittrice, la sua biografia narrata da Asia Argento, i tanti pareri di esperti).
Un accumulo di idee e sensazioni, che si aggiungono alla potenza e ricchezza dei quadri di Kahlo, già sovraccarichi di loro (di colori, di simboli) e che appesantiscono a tratti - non alleggeriti da un tappeto sonoro decisamente ingombrante - rallentando l'impatto emotivo del documentario.
C'è tutta Frida in questo lavoro, i suoi quadri e i suoi (tanti) problemi, fisici ed emotivi, il suo rapporto distruttivo e totalizzante con
Diego Rivera (l'elefante e la colomba), la sua memoria e la sua essenza. Si scava a fondo nella sua anima (si arriva addirittura a "sbirciare" dentro l'urna che contiene le sue ceneri...), ma sembra comunque alla fine di aver visto solo ciò che lei stessa voleva trasmettere, l'iconica Kahlo (chi è la vera Frida?).
Gli amanti dell'artista messicana saranno appagati, i tanti spettatori di questo specifico genere troveranno molto di cui compiacersi: produzione ricca e curatissima, resta però la sensazione che con qualcosa in meno la resa sarebbe stata maggiore.
Viva la vida, e viva Frida. Sempre e comunque.
23/11/2019, 14:42
Carlo Griseri