L'INCREDIBILE STORIA DELL'ISOLA DELLE ROSE - Dal 9 dicembre
Una vicenda incredibile, come recita il titolo del film, quanto vera, che pochi ricordano, sommersa dalle contestazioni giovanili del ’68, dal periodo rivoluzionario, da quelli che poi saranno i sanguinari anni di piombo: la storia decisamente pacifica di
Giorgio Rosa e della sua Isola delle Rose. Ingegnere bolognese eccentrico e brillante, Rosa decide di costruire un’isola su una piattaforma a largo di Rimini, fuori dalle acque territoriali, proclamandola stato indipendente e scomodando anche l’ONU e il Consiglio d’Europa per rivendicarla come micronazione.
Giorgio Rosa, interpretato da
Elio Germano, stanco di non poter esprimere al meglio le sue potenzialità e di incorrere sempre in denunce per le sue invenzioni ingegnose quanto pericolose, come una sgangherata automobile costruita per l’esame da ingegnere con la quale sfreccia tra le stradine di Bologna, un giorno ha l’illuminazione di costruire un suo mondo, un mondo libero, senza ambizioni politiche, lontano dalla giurisdizione italiana, dal sistema che in quegli anni in tutta Europa giovani come lui contestavano.
Un’idea che nemmeno la ex fidanzata storica di Rosa, Gabriella (
Matilda De Angelis), prende sul serio, stanca dei suoi colpi di testa, del suo infischiarsene delle regole. Così, anche per dimostrare alla donna che ama di poter fare qualcosa di importante, Giorgio insieme al suo migliore amico Maurizio (
Leonardo Lidi) compie l’impresa e la sua isola di 400 mq diventa quell’utopia sognata da molti in quel periodo. Tanto da attirare l’attenzione sia di ragazzi e ragazze provenienti da mezzo mondo per assaporare quella libertà, sia della stampa e del Governo italiano disposto a tutto per mettere fine alla “Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose”.
Tacciata come casinò, un posto di contrabbando, una semplice discoteca, luogo di perdizione, la Repubblica italiana, contravvenendo all’articolo 11 della Costituzione che ripudia la guerra, porterà a termine il suo obiettivo distruggendo letteralmente un’utopia, non potendo tollerare la fondazione di un nuovo Stato da parte di un italiano.
Il film di
Sydney Sibilia dopo la trilogia di successo di “Smetto quando voglio” torna a raccontare con il suo stile inconfondibile le conseguenze che si hanno quando la libertà personale e l’autodeterminazione si scontrano con il potere costituito. Il regista sceglie di rendere un fatto storico bizzarro ma che ebbe delle conseguenze non di poco conto, una commedia serrata (la linea temporale degli eventi è stata volutamente ridotta) ironica e leggera che rispecchia appieno il clima di entusiasmo e di speranza in una società migliore di quegli anni. Gli stessi “colletti bianchi” del Governo vengono rappresentati in una versione farsesca come il Presidente del Consiglio Giovanni Leone interpretato in una misurata ma efficace versione comica da
Luca Zingaretti.
Un fatto di questa portata forse avrebbe meritato un genere diverso, epico e più puntuale storicamente, con una caratterizzazione maggiore dei personaggi comprimari, come Maurizio, un giovane e svogliato imprenditore o Franca (
Violetta Zironi), una caparbia minorenne incinta, ma "
L’incredibile storia de L’Isola delle Rose" si fa apprezzare per la sua immediatezza che strappando qualche risata fa riflettere sulle ragioni di Stato e sul significato di libertà.
30/11/2020, 10:00
Caterina Sabato