LOCARNO 76 - "La Bella Estate", dal romanzo breve di Cesare Pavese
Laura Luchetti si affida a un classico della narrativa italiana, capace di essere attuale come i giovani che ne sono protagonisti. "
La Bella Estate" di
Cesare Pavese è un romanzo di formazione dai temi che tornano di moda con prepotenza in questo momento di liberazione di genere. L'esperienza omosessuale tra le due ragazze, spazio importante ma secondario nel romanzo, diventa il fuoco del film presentato a Locarno, forse perché più desueto e interessante rispetto alle altre tematiche della storia.
L'autrice gestisce bene la trasposizione anche se punta sui colori grigi per descrivere una classe operaia che in realtà, a parte le difficoltà della vita lavorativa, aveva una gran voglia di vivere, di divertirsi e di esplorare il mondo che da contadino si spostava inevitabilmente verso le città.
Per Ginia, la protagonista del racconto, la voglia di vivere supera il lavoro di cucitrice e stilista e la porta a incontrare persone e ad attraversare luoghi e situazioni del tutto nuove per lei. Pavese arriva con Ginia 10 anni prima del giovane Holden Caulfield di Salinger nel raccontare quel momento di passaggio dall'adolescenza alla maturità e quel salto nella città che riempie il cuore e i sogni.
La messa in scena è decisamente minimale, come la recitazione che esagera nella "sottrazione" fino a raggiungere toni e intenzioni da bisbiglio. Un modo di recitare, con pause infinite tra battuta e risposta, che influenza il senso dei discorsi e degli eventi e che smorza ogni entusiasmo giovanile, visibile sono nei dolci sorrisi della protagonista.
05/08/2023, 11:49
Stefano Amadio