VENEZIA 80 - "Comandante", italiani alla guerra
Le regole del mare vogliono che nessuno venga mai abbandonato, quelle della guerra che nessun nemico venga salvato: un uomo come il
Comandante Salvatore Todaro, alla guida nel 1940 di un sottomarino in missione nelle acque dell'oceano Atlantico, se chiamato a scegliere tra le due non avrà mai dubbi, lui è un marinaio.
Edoardo De Angelis apre l'edizione 2023 della Mostra di Venezia (e il suo concorso internazionale) con un'opera ambiziosa e grandiosa, prodotta con un budget di quasi 15 milioni di euro e ambientata quasi interamente a bordo di quel sottomarino, con uno sforzo economico (e non solo) evidente e significativo che dona al suo lavoro uno spessore internazionale e una credibilità scenica che traspare sullo schermo.
Definire pacifista un film di guerra è un ossimoro, ma è evidente l'intento di De Angelis di utilizzare in quel senso la storia vera del sommergibile Cappellini, della battaglia in mare con una nave belga e del successivo - e rivoluzionario - salvataggio dei naufraghi di quell'imbarcazione, a rischio della propria vita oltre che delle ritorsioni dei suoi superiori all'inizio del secondo conflitto mondiale.
Non può forse mancare la retorica, in un film di questa natura: quella degli "
italiani brava gente", che appare un po' esagerata e superata ormai da più oneste riletture storiche del nostro comportamento in guerra (non l'episodio di Todaro, quello di certo da considerare ammirevole); quella del cibo come collante universale (anche se il dialogo sulle patatine fritte è il momento più spassoso); quella della musica come parte del DNA tricolore (spunta anche un mandolino...).
Pierfrancesco Favino dà volto e (tumefatto) corpo al "
Comandante", in una prova al solito encomiabile anche se forse un volto meno riconoscibile, in un collettivo di attori quasi interamente e giustamente "anonimi" al grande pubblico, sarebbe stato più idoneo.
"
Comandante" è una felice eccezione nel cinema italiano (per ora: la tendenza a investire budget importanti in questa Venezia è cosa comune), l'ambizione non è ripagata
in toto dai risultati finali ma le due ore di racconto che De Angelis ha saputo costruire sono grande cinema, grande spettacolo, emozionante e coinvolgente.
30/08/2023, 19:00
Carlo Griseri