LA BOCCA DELL'ANIMA - "Racconto la magia popolare"
Reduce dall'anteprima palermitana ("
Siamo molto contenti di come il film è stato accolto"), l'esordiente regista siciliano
Giuseppe Carleo parla de "
La bocca dell'anima", la sua opera prima, un lavoro importante, profondo e di grande fascino.
Come è nata l'idea di questa opera prima?
"L'ispirazione viene dal linguaggio della magia popolare, con cui ho vissuto una comunione profonda sin da piccolo. Siamo impregnati di questa cultura, soprattutto al sud, è un aspetto della nostra identità di cui la cultura egemonica quasi si vergogna ancora: tutti più o meno abbiamo avuto contatti con questa realtà parallela ma "non se ne deve parlare", va fatto di nascosto, è una cultura subalterna, usando un termine gramsciano. La maga può essere una zia o una nonna con un certo dono, si può riassumere come la straordinara capacità di leggere dentro l'altro, sono esseri umani che si aiutano reciprocamente, è una cosa bella. Le sue origini nascono con l'essere umano ancora prima della nascita delle religioni. Ho messo insieme varie storie che mi ha raccontato l'antropologa Elsa Guggino, esperta di magia in Sicilia., ho capito che il guaritore tradizionale è lo specchio dove tutti noi possiamo riflettere su questioni nodali dell'esistenza umana".
Cosa cercavate in questa storia?
"Io e Carlo Cannella, il co-sceneggiatore, abbiamo frequentato i guaritori ancora in vita, ci siamo anche finti pazienti: è stata un'esperienza straordinaria, hanno una creatività unica. Il mago è come un artista totale. Sentivo l'urgenza di sensibilizzare il pubblico su queste figure, per questo abbiamo ambientato il film negli anni Quaranta, un'epoca in cui i guaritori magici avevano ancora purezza e sacralità, prima che il mondo moderno la compromettesse".
Non deve essere stato facile mettere in piedi la produzione...
"Per nulla: ho girato vari uffici di case di produzioni e tutti sviavano, si dicevano interessati all'inizio ma poi sparivano. Questo ha reso necessario fondare una nostra casa di produzione qui a Palermo, Favorita Film, con cui ce lo siamo prodotto da soli. Abbiamo fatto i bandi di Ministero e Regione Sicilia e incredibilmente li abbiamo vinti entrambi. Per tutti noi è stata un'esperienza nuova fatta sul campo".
Dove avete girato il film?
"Abbiamo girato nel Parco delle Madonie, in paesi arroccati a mille metri di altezza, su strade dissestate, in pieno inverno, con la neve vera in Sicilia, una cosa inusuale e inedita. La scenografia è veramente un personaggio del film, aumenta lo spaesamento del nostro protagonista, dopo la guerra quasi non lo riconoscono e anche il freddo lo respinge. Sono state tutte difficoltà pratiche aggiuntive, vero, ma sono servite per dare giusto peso e giusta drammaticità al tutto, sono state uno stimolo a impegnarci. Abbiamo creato una squadra coinvolta visceralmente, quasi tutti vivono e lavorano in Sicilia e tutti avevano un legame con questa storia".
Come avete costruito il cast?
"Ho recuperato volti dal panorama teatrale e cinematografico siciliano, lavorando soprattutto su un'impostazione iperrealistica, sul siciliano autentico, una scelta radicale e coraggiosa: i limiti distributivi non mi preoccupavano. E' stato un lungo casting, costruito in quasi un anno, a cui si sono aggiunte figurazioni speciali scelte sul territorio di Petralia Soprana e Sottana. Poi la scenografia di Laura Inglese è straordinaria, lo devo ripetere".
E ora la distribuzione in sala...
"In Artex abbiamo ritrovato il fermento e la voglia che abbiamo noi, abbiamo scelto di provare a fare una cosa quasi impossibile ormai... uscire in sala! Ci stiamo riuscendo, anche se non è facile convincere esercenti. Giovedì 26 settembre saremo in 22 sale in tutta Italia".
25/09/2024, 19:03
Carlo Griseri