RIGO DE RIGHI-ZOPPIS - "Il Solengo", la recensione
Sono passati due anni circa dalla prima esperienza "di coppia" come registi di
Matteo Zoppis e Alessio Rigo De Righi, quando esordiscono nel documentario lungometraggio con "
Il Solengo", presentato in anteprima a DOC Lisboa e al Torino Film Festival nel 2015.
Lo fanno tornando ai personaggi con cui avevano iniziato in "Belva nera", l'anziano cowboy laziale Ercolino, con i suoi amici e il suo casino di caccia, con i loro racconti che costituiscono la narrazione e il mito: in quel rifugio, gli anziani del luogo rievocano la vita di Mario de' Marcella, per alcuni semplicemente il "matto" del paese, solitario o emarginato a seconda dei punti di vista (il solengo è il cinghiale adulto che vive solitario).
Chi sa la verità? A chi credere? La memoria, l'immaginazione, la voglia di saperne più degli altri... il mito si forma e diventa complesso (ma non necessario) capirne i confini.
Il ritorno ai luoghi noti è anche una prova di un metodo di lavoro che i due autori confermano opera dopo opera: un gruppo di maestranze fidate, dal musicista
Vittorio Giampietro al direttore della fotografia
Simone D'Arcangelo e al montatore
Andres Pepe Estrada, i luoghi e i volti degli anziani della campagna viterbese, che (spoiler) torneranno nei loro panni e anche come attori veri e propri anche nel lavoro successivo.
Usando rimasugli di pellicola 16mm, Zoppis e Rigo de Righi avevano prodotto "Belva nera", lavorando al quale - confidano loro stessi - nasce "Il Solengo": "
Quel gruppo di cacciatori nascondeva più autenticità di qualsiasi confessione e ci ha fatto riflettere su come la verità non sia l’unico né il principale ingrediente di una storia". Una dichiarazione d'intenti che vale come biglietto da visita.
La capacità di costruire immagini che sanno affascinare ed essere al contempo anche pregne di senso e poesia, l'affidarsi sincero e totale alla "verità" di un gruppo di ex cacciatori viterbesi, l'attenzione a suoni e musiche mai banali e mai superflue: la collaborazione lavorativa tra Zoppis e Rigo de Righi è un crescendo stimolante che dà fiducia nel futuro del cinema italiano.
P.S.
Visto su MUBI, "Il Solengo" è fortemente penalizzato dall'assenza di sottotitoli in italiano.02/08/2025, 09:00
Carlo Griseri