MEHDI M. BARSAUI - "Io, la Tunisia e il mio cinema"
Dopo essere stato presentato all’81esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia in Concorso nella sezione Orizzonti,
UNA SCONOSCIUTA A TUNISI (titolo originale Aïcha) arriva dal 24 luglio nelle sale italiane con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection. Lo ha diretto l'italo-tunisino
Mehdi M. Barsaui, alla sua opera seconda dopo l'apprezzato "Un Figlio".
Come è nata l'idea del film?
Ho iniziato a pensarla quando promuovevo il mio film precedente, Un Figlio, quando ho sentito parlare di un fatto di cronaca, la storia di una ventenne sopravvissuta a un incidente stradale che avevo deciso di testare l'amore dei propri genitori fingendosi morta, è stato un fatto di cui si è parlato molto qui in Tunisia. A essere onesto ai tempi non ho mai pensato che sarebbe stato questo il mio secondo film.
Qualche mese dopo, però, con mia moglie abbiamo scoperto che saremmo diventati genitori di una piccola ragazzina: non so cosa sia successo nella mia mente, ma ho iniziato a pensare a cosa sarebbe successo a quel padre, a come avrei reagito io se mia figlia un giorno mi avesse fatto la stessa cosa... così è iniziato tutto.
Ho capito subito che trascrivere precisamente quella realtà non mi interessava, ho tenuto solo l'idea della sopravvivenza di una vita attraverso le morte.
Una storia con al centro una ragazza e il suo destino: sarebbe stata immaginabile con un uomo?
Per uomo sarebbe stato tutto più semplice, se avesse voluto rifarsi una vita come Aicha nel film. C'è più pressione sulle donne ma qui l'emancipazione (che io intendo in senso ampio, in "Un figlio" ne parlo ma c'è anche di quella del padre, di un uomo che viene giudicato dalla società) è quella di una donna, anche se le pressioni sono indipendenti dal sesso.
All'inizio sentivo, essendo uomo, dei problemi di legittimità, non mi sentivo vicino alla protagonista, che è completamente diversa da me: ogni volta però pensavo a mia figlia e al suo futuro percorso di libertà e di emancipazion. Vorrei che crescesse in un Paese più libero di come è oggi.
Nel film si vede, la grande città è sicuramente più libera dei piccoli paesi del sud: Tunisi è la più "europea", il contrasto può essere forte con il resto della Tunisia. Ma se Tunisi all'inizio è un sogno che diventa realtà, poi diventa sempre più un incubo.
Trovo molto interessante che quella di Aicha sia una ricerca di libertà pura, senza un chiaro obiettivo dichiarato.
Lei vuole solo essere libera, non sa ancora cosa vuole fare nel suo futuro. La sua è una decisione presa in due secondi, solo dopo arrivano le conseguenze, il suo è un atto completamente disperato, e poi di sopravvivenza.
Ammetto, non ho ancora pensato a quando lo vedrà mia figlia, a cosa potrà dirmi relativamente alla sua voglia di libertà e se potrà usarlo contro di me... Ma non lo vedrà prima dei suoi 16 anni quindi ho tempo, so che questo film sarà il mio commento, è il mio atto politico per provare a cambiare le cose.
Scegliere l'attrice giusta per la protagonista era fondamentale: come ha scelto Fatma Sfar?
Anche se è un'attrice agli inizi l'ho scelta perché ha qualcosa di magnetico negli occhi, mi ha commosso con il suo sguardo dalla prima volta. Poi è capace di cambiare espressione, viso e persona, il suo è un potere unico, il suo magnetismo mi ha colpito.
Anche se ho visto centinaia di attrici, professioniste e non, Fatma e il suo sguardo mi hanno colpito più di ogni altra.
Progetti futuri? Magari anche in Italia, visto che sua madre è siciliana e conosce benissimo la lingua...
"Aicha" a gennaio è uscito in Tunisia, pensavo ci sarebbero stati problemi ma invece no, è andato benissimo, è stato accolto molto bene. Ora abbiamo l'uscita italiana, è ancora presto per pensare a un nuovo progetto ma non manca molto.
Girare un film in Italia? Magari, sarebbe bellissimo per me!
23/07/2025, 11:29