INTERNATIONAL SCLEDUM FILM FESTIVAL 1
- I vincitori e il bilancio finale
Si è chiusa con entusiasmo e partecipazione la prima edizione dell’
International Scledum Film Festival, tre giorni di cinema, moda, cultura e artigianato che hanno trasformato la città di Schio in un crocevia di linguaggi artistici, visioni contemporanee e riflessioni etiche. Il festival, ideato da Alessandro Carrieri e co-diretto da Filippo Dorigato, ha offerto al pubblico un programma ricco e trasversale, con ospiti di rilievo, masterclass, proiezioni, mostre, passeggiate teatrali e momenti dedicati all’incontro tra le professioni del cinema.
Fin dal 1° agosto, l’atmosfera si è accesa con l’inaugurazione della mostra
Women for Women Against Violence allo Spazio Shed, alla presenza dell’ideatrice Donatella Gimigliano e della testimonial Nadia Accetti. Un progetto, con il patrocinio del Senato, della Fondazione Italia Giappone e della Lilt, che ha unito arte, attivismo e sensibilizzazione su un tema ancora drammaticamente attuale, aprendo simbolicamente un festival che ha messo al centro il corpo, la memoria, l’identità. La giornata si è conclusa con una serata di grande impatto all’Anfiteatro di Palazzo Toaldi Capra, introdotta dalla presentatrice Elena Frigo, e arricchita dalla sfilata della stilista Zizi Abusalla, seguita dalla proiezione di corti e lungometraggi e da un’intervista con il regista Riccardo Papa.
Il 2 agosto ha portato in scena una delle proposte più suggestive del festival: la sfilata di costumi ispirati al cinema, a cura degli atelier Elidora Couture, Tramando Progettazioni Sartoriali di Elisa Menin e Lara Cossèr. L’evento si è svolto all’Anfiteatro di Palazzo Toaldi Capra, e il pubblico ha seguito con attenzione ogni uscita. Gli abiti, ispirati a film iconici, hanno celebrato l’intreccio tra estetica cinematografica e sartoria artigianale, restituendo al costume il suo ruolo di racconto e memoria visiva.
Parallelamente, per tutta la durata del festival, il Giardino Jacquard ha ospitato una mostra diffusa curata da Lara Cosser. I suoi capi, ispirati a figure e film simbolo del Novecento, da Barbarella a Il grande Gatsby, sono rimasti esposti su manichini durante gli aperitivi serali, per poi “prendere vita” nel pomeriggio del 3 agosto, quando le modelle hanno sfilato indossando gli abiti lungo un percorso che ha attraversato il centro storico di Schio, per concludersi nei giardini. Un momento performativo e coinvolgente che ha reso tangibile il concetto di moda come racconto, gesto culturale e impegno sostenibile.
Il festival ha attribuito tre premi ufficiali. Il
Premio Miglior Cortometraggio è stato assegnato a "
Buffet" di Santa De Santis e Alessandro D’Ambrosi, una brillante metafora sociale ambientata in un vernissage che si trasforma in un grottesco assalto al buffet. Senza dialoghi, ma ricco di significati, il film racconta l’avidità, l’ipocrisia e l’individualismo attraverso l’unico linguaggio dei costumi e dei gesti. Il
Premio “No hay banda” per il cortometraggio più sperimentale è andato a "
7 Minuti" di Alessia Bottone, un’opera realizzata con materiali di archivio, intensa, intima e struggente. Il suo protagonista, Alfredo, parla con una sigaretta e si confronta con la malinconia di un amore finito: un racconto breve ma incisivo sulla memoria, l’identità e la perdita, in cui anche il tempo – quei sette minuti – diventa luogo di resistenza.
È stata inoltre conferita una
menzione speciale a "
Il dito e la luna" di Rossella Bergo, alla presenza dell’attore Samuele Spada, co-protagonista del film insieme a Katia Ricciarelli, per la delicatezza poetica con cui il corto affronta il rapporto tra realtà, finzione e memoria.
Il
Premio all’Eccellenza Veneta, riservato a figure che hanno contribuito a portare la cultura del Veneto nel mondo, è stato conferito a due protagonisti molto diversi ma entrambi fondamentali:
Stefano Nicolao, maestro della sartoria teatrale e cinematografica, riconosciuto per il suo rigore artigianale e la sua visione estetica, e
Amedeo Sandri, cuoco, divulgatore e custode delle tradizioni gastronomiche venete, che da anni racconta i sapori di questa terra con passione e autenticità.
Ampia partecipazione anche per gli eventi di formazione. La masterclass di Giorgio Lovecchio sul color grading in Barry Lyndon ha mostrato come il colore possa diventare narrazione, suscitando l’interesse di un pubblico variegato, anche non tecnico. La sua analisi approfondita della tavolozza cromatica nel film di Kubrick ha rivelato tutta la complessità della ricerca visiva in un capolavoro che continua a ispirare generazioni di autori. Entusiastico anche il riscontro alla masterclass della costumista Cristina La Parola, che ha messo al centro il costume come linguaggio invisibile e potentissimo, in grado di raccontare la psicologia dei personaggi e l’evoluzione drammaturgica delle storie. Il pubblico ha apprezzato l’approccio appassionato e competente della docente, che ha reso accessibile anche ai non addetti ai lavori la profondità di un mestiere spesso sottovalutato.
Grande successo per gli speed date creativi, organizzati il 2 e 3 agosto al Lanificio Conte. I molteplici partecipanti – tra registi, costumisti, scenografi, tecnici e operatori culturali – hanno dato vita a un’esperienza intensa di networking professionale, che ha superato la logica del pitch per aprire uno spazio di reale scambio e nuove possibilità di collaborazione.
Il festival ha inoltre proposto momenti di narrazione urbana, con la passeggiata letteraria I Percorsi di Hemingway, organizzata dal Progetto Ophélie. Attraverso luoghi simbolici della città e una performance teatrale itinerante, a cura di Schio Teatro 80, con tre ballerine della compagnia Orizzonte Danza, il pubblico ha potuto immergersi in un’esperienza poetica e immersiva, capace di intrecciare parole, paesaggio e memoria.
Molto attesa e partecipata la presenza di
Donatella Finocchiaro, protagonista della seconda serata. Attrice intensa, profonda e spesso legata al cinema d’autore, Finocchiaro ha introdotto la proiezione di "
Angela" di Roberta Torre, film che l’ha consacrata tra le interpreti più interessanti della scena italiana. Nel talk che ha preceduto la visione, ha parlato di coraggio, di donne, di marginalità, e della sua scelta di aderire a progetti che parlano “da dentro” la realtà, senza filtri né compromessi.
La serata finale del 3 agosto è stata aperta da un emozionante omaggio musicale a Ennio Morricone con le Sister Singer’s, trio vocale capace di incantare il pubblico con armonizzazioni raffinate e una presenza scenica intensa, che ha restituito tutta la forza evocativa delle colonne sonore del Maestro. Dopo la cerimonia delle premiazioni,
Valeria Solarino, ospite d’onore, ha presentato il cortometraggio "
Le Abiuratrici" di Antonio De Palo, opera ispirata ai programmi eugenetici della Germania nazista e alle derive contemporanee del mito della perfezione. L’attrice, visibilmente coinvolta, ha sottolineato quanto sia raro trovare spazi che accolgano il cinema sperimentale in Italia: "
Questo corto è folle, ma è proprio attraverso la sua follia che riesce a esprimere una profondità poetica vera. Ringrazio il festival per avergli dato voce".
In conclusione, la proiezione del corto e del documentario "
Sophia" di Marco Spagnoli hanno chiuso con grazia e intensità una prima edizione che ha superato le aspettative degli organizzatori.
Il festival ha registrato un’ottima partecipazione in tutti i suoi appuntamenti. Gli aperitivi a invito, che hanno accompagnato ogni giornata, hanno contato circa 150/170 presenze complessive, creando spazi informali di confronto con ospiti del calibro di Donatella Finocchiaro e Valeria Solarino. Gli speed date creativi del Lanificio Conte hanno attirato oltre 60 partecipanti, mentre le masterclass sul costume e sul colore nel cinema hanno registrato circa 40 presenze complessive. Le serate all’Anfiteatro di Palazzo Toaldi Capra, punto focale del festival, hanno registrato oltre 150 spettatori per evento, a conferma di un interesse trasversale e crescente da parte del pubblico.
"
Nonostante il tempo incerto" - dichiara
Alessandro Carrieri - "
abbiamo visto un pubblico attento, partecipe, curioso. La risposta è stata straordinaria. Il festival nasce con l’obiettivo di aprire uno spazio di dialogo tra le arti, tra estetica e pensiero, tra immaginazione e responsabilità. Questa edizione ha dimostrato che c’è un bisogno forte di cultura autentica, sperimentale, coraggiosa".
Commenta il vicesindaco,
Barbara Corzato: "
Questa prima edizione ha saputo calamitare l’attenzione di un pubblico eterogeneo, accomunato dalla passione per il cinema e dalla curiosità verso i suoi linguaggi meno noti. Il successo di questo esordio è merito della visione degli organizzatori e dell’entusiasmo degli ospiti, ma anche del sostegno degli sponsor locali, che ringrazio sinceramente. Questa è un’iniziativa che ha tutte le carte in regola per diventare un appuntamento stabile e atteso nel panorama culturale della nostra Città. Mi auguro davvero che questo percorso possa proseguire e crescere nel tempo".
05/08/2025, 12:27