LOCARNO 78 - Il Marco Zucchi Award va a "Nella colonia penale"
È stato premiato al
Festival del cinema di Locarno con il Marco Zucchi Award il film
Nella colonia penale, diretto da Gaetano Crivaro, Silvia Perra, Ferruccio Goia e Alberto Diana, programmato nei giorni scorsi insieme ad altri sei lungometraggi nella sezione Semaine de la Critique. Si tratta di un premio che la giuria designata dalla Semaine assegna in memoria del suo delegato generale scomparso nel 2020 ed è offerto dalla famiglia del giornalista che intende in questo modo ricordarlo "osservando i film in concorso con quel suo stesso sguardo curioso e rivolto al futuro".
Questa la motivazione della giuria formata da Stéphane Gobbo, Mala Reinhardt e Simonetta Sommaruga:
«Il Premio Marco Zucchi al documentario più innovativo in termini di immagine e linguaggio cinematografico va a Nella colonia penale, di Gaetano Crivaro, Silvia Perra, Ferruccio Goia e Alberto Diana. Ambientato in Sardegna, il film documenta, in quattro capitoli distinti, la vita quotidiana delle ultime colonie penali d’Europa, una delle quali trasformata in riserva naturale. Riprendendo prigionieri, guardiani e animali attraverso un’estetica che intreccia queste diverse prospettive, i cineasti offrono una riflessione poetica e talvolta spiazzante sulla detenzione, sull’esperienza della reclusione e, più in generale, sul nostro rapporto con il mondo».
Il film racconta infatti la vita quotidiana di detenuti e agenti nelle case di lavoro all'aperto (carceri) di Isili, Mamone e Is Arenas, e si chiude con L'Asinara, dove si può dire sia passata la Storia degli ultimi settant'anni del nostro paese. Queste forme di gestione del carcere sono fondate su un modello ereditato dall'imperialismo europeo.
Oggi i detenuti scontano la pena coltivando la terra, allevando animali da pascolo o svolgendo compiti legati alla manutenzione della stessa struttura in cui sono costretti. Sono per lo più migranti extra-europei e il loro tempo - nel film, così come nella vita reale - è fermo e dilatato dalla condizione di detenzione, scandito da compiti previsti in cambio della possibilità lavorare in spazi aperti, a contatto con gli animali, ma isolati e inaccessibili ai più. Questi luoghi si differenziano dunque per diverse ragioni dalla maggior parte delle carceri, ma non sono di fatto meno vincolati dalle regole che da sempre caratterizzano il sistema penale. Sono un lascito dell'imperialismo di epoca coloniale, in passato luoghi di costrizione e repressione per criminali e mafiosi, oltre a dissidenti politici, e (specialmente durante la dittatura di Benito Mussolini) antifascisti, omosessuali e renitenti alla leva militare. In Italia le colonie penali vennero introdotte nel sistema penale dal Codice Rocco, entrato in vigore nel 1930 e tuttora una delle fonti del diritto penale italiano. Misura che a livello globale va scomparendo, distingue i detenuti in condannati e internati: i primi stanno scontando una pena certa, mentre i secondi sono sottoposti a una misura di sicurezza per la loro presunta pericolosità sociale. Questi ultimi, pur non avendo una pena certa da scontare, subiscono ciò che viene chiamato in gergo carcerario "ergastolo bianco", ovvero una forma di detenzione che potrebbe prolungarsi a tempo indeterminato.
Informati del riconoscimento ottenuto, i quattro registi dichiarano: «È stato emozionante poter incontrare un pubblico così numeroso e partecipe a Locarno. Ringraziamo la giuria della Semaine de la Critique per il riconoscimento: un premio legato all'innovazione cinematografica in un contesto così importante per la cinefilia mondiale ci rende estremamente orgogliosi, ed è uno stimolo per rivendicare una pratica cinematografica che parte dal reale e dall'ascolto. Ci auguriamo di incontrare ancora tanto pubblico, sia a livello internazionale che in Italia, dove prevediamo di farlo a partire dall'inizio di ottobre».
Da un'idea originale di Nicola Contini, Nella colonia penale è scritto e diretto da Gaetano Crivaro, Silvia Perra, Ferruccio Goia e Alberto Diana. Prodotto da Nicola Contini, Laura Biagini, Matteo Incollu e Federica Ortu per Mommotty, è stato realizzato con il contributo di più forme di sostegno pubblico: MIC - Ministero della cultura (grazie all’utilizzo del credito d’imposta previsto dalla legge del 24 dicembre 2007, n. 244), RAS - Regione Autonoma della Sardegna (contributo ai sensi della L.R. n. 15 del 2006, art. 15. Norme per lo sviluppo del cinema in Sardegna. Assessorato della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport) e FSFC - Fondazione Sardegna Film Commission (Fondo location scouting). Ha ottenuto inoltre il premio di post-produzione video a Cinecittà, grazie al programma BFF New Wave (In)Emergenza 2023 del Bellaria Film Festival ed è stato proiettato in anteprima mondiale alla 43esima edizione del Bellaria Film Festival.
Il film, della durata di 85 minuti, gode inoltre del patrocinio dell’associazione Antigone, che include tra le proprie attività la redazione di un report annuale sulle condizioni di detenzione in Italia, basato sulle informazioni raccolte da oltre novanta osservatori e osservatrici attraverso visite agli istituti di pena.
16/08/2025, 16:29