ARENA 11 - CINEMA E COMUNITA' - A Roma dall'1 al 7 settembre
Arena 11 – Cinema e Comunità è una rassegna di cinema transculturale curata da Cultural Pro APS, che si svolgerà dall’1 al 7 settembre presso il Parco Tevere nel Municipio XI di Roma. L'evento ad ingresso gratuito propone la visione di film italiani e internazionali, che raccontano il territorio e la sua comunità attraverso voci e sguardi che svelano la continuità storica, sociale e culturale del nostro quartiere con altri contesti. 150 posti a sedere senza obbligo di prenotazione a disposizione del pubblico, con punto ristoro e vista sul fiume. "Il progetto, promosso da Roma Capitale - Assessorato alla Cultura è vincitore dell'Avviso Pubblico Roma Creativa 365. Cultura tutto l'anno in collaborazione con Zètema Progetto Cultura”.
Il concept
Il proposito della manifestazione è di (ri)scroprire film d'autore italiani e dei Paesi d'origine delle comunità diasporiche di Roma. L’obbiettivo è stimolare la passione per il cinema e creare momenti di socialità tra gli abitanti del quartiere e chiunque voglia partecipare. La selezione è pensata per superare la prospettiva eurocentrica ed etnocentrica, che spesso domina la nostra percezione del mondo portando storie che si intrecciano alle nostre, al fine di comprendere quello che davvero abbiamo in comune.
La location
Il quartiere Marconi emerge tra gli anni Cinquanta e Sessanta, in mezzo a una zona industriale le cui tracce sono ben visibili nell'area dell'ex Gazometro. Questo focus permette di esplorare il modo in cui la dialettica tra "centro" e "periferia" ha modellato lo spazio urbano condizionandone le dinamiche sociali e culturali. Arena 11 è pensata come un luogo di aggregazione per il piacere di vedere dei film e per rafforzare la solidarietà tra gli abitanti del quartiere e della capitale. Parco Marconi si raggiunge con Metro B – fermata Basilica San Paolo (10–15 minuti a piedi). Le linee bus ATAC che servono viale Marconi/Piazza della Radio (fermate Meucci, Fermi, Righi, ecc.) includono 170, 766, 775, 780, 781, 791, 792 (notturna N781). Collegamenti ferroviari: Roma Trastevere e Roma Ostiense (linee FL), con proseguimento in bus o Metro B. Accesso anche a piedi o in bici tramite Ponte Marconi.
La selezione dei film
Il filo che lega i film dell'edizione 2025 è il lavoro. Le opere selezionate raccontano come le persone comuni cercano di fare fronte allo sfruttamento, alla disoccupazione, e alla distruzione dell'ambiente rurale e urbano da parte dei nostri sistemi di produzione. Le storie che compongono la rassegna mostrano che il profitto senza scrupoli è alla base di problematiche attuali come la diseguaglianza, le migrazioni, le disparità di genere, e il razzismo.
Lunedì 1 settembre “Ai Margini della Metropoli” (Italia, 1953) di Carlo Lizzani e Massimo Mida
Diretto da Carlo Lizzani con la collaborazione di Massimo Mida, il film racconta la vicenda di un giovane lavoratore precario che viene ingiustamente accusato di omicidio. Come suggerisce il titolo, la trama è ambientata soprattutto in zone periferiche della capitale e alcune scene offrono delle panoramiche sul quartiere Marconi e gli adiacenti spazi urbani quando tutta l'area era ancora una zona industriale.
Martedì 2 settembre “Balada” (Bosnia-Erzegovina, 2022) di Aida Begić
L'ultimo film della regista bosniaca Aida Begić è incentrato sulla storia di Meri, una trentenne di Sarajevo che dopo una difficile separazione cerca di ottenere l'affidamento della figlia. Meri deve scontrarsi con un ambiente che non consente alle donne di vivere senza un uomo. La regista ci mostra il quotidiano della protagonista attraverso un racconto realista, visionario e ironico senza indurci in sentimenti pietistici.
Mercoledì 3 settembre “Still here” (Italia, Sri Lanka, 2024) di Suranga Deshapriya Katugampala
Girato tra Milano e Colombo - la capitale dello Sri Lanka - il film del regista italo-cingalese Suranga Deshapriya Katugampala esplora il destino parallelo di due città catturate da un'ondata di cementificazione verticale e ci fa rendere conto del futuro distopico in cui viviamo. La storia ha luogo in una periferia che ha l'ambizione di diventare centro e che come tale, diventa progressivamente alienante per gli abitanti del quartiere.
Giovedì 4 settembre “Manila negli artigli della luce” (Filippine, 1975) di Lino Brocka
Uscito nel 1975, il film racconta la vita di Julio, un giovane pescatore che va a Manila, la capitale delle Filippine, per cercare la sua ragazza. Il film è stato girato durante gli anni del regime di Ferdinand Marcos (1972-1981), una dittatura di estrema destra caratterizzata da corruzione e repressione. La grande metropoli è popolata da persone originarie di zone rurali che sono state costrette ad abbandonare i loro villaggi a causa di politiche di "modernizzazione" e espropriazione iniziate nel periodo coloniale
Venerdì 5 “Luna Park” (Albania, Italia, 2024) di Florenc Papas
Il secondo lungometraggio del regista albanese Florenc Papas, ricrea l'Albania della seconda metà degli anni Novanta, un Paese che i media italiani e internazionali descrivevano come un luogo popolato da gente affamata e criminale che minacciava il benessere dell'Europa occidentale. Lo sguardo del regista complica questa narrazione di stampo coloniale, mostrando come la società albanese sia stata in verità molto più complessa.
Sabato 6 settembre “Made in Bangladesh” (Bangladesh, 2019) di Rubaiyat Hossain
A Dhaka, in Bangladesh, le operaie di una fabbrica di vestiti si oppongono allo sfruttamento a cui sono sottoposte da parte dei loro datori di lavoro uomini. Shimu, la più coraggiosa del gruppo, è determinata a fondare una sezione sindacale affinché lei e le sue colleghe acquisiscano i diritti che le spettano. La regista Rubaiyat Hossain narra una storia di ribellione sottolineando il forte legame che c'è tra patriarcato e sfruttamento.
Domenica 7 “Atlantique” (Senegal, Francia, 2019) di Mati Diop
Il film è ambientato a Dakar, la capitale del Senegal e racconta la storia di Ada, una ragazza adolescente che si oppone ad un matrimonio forzato mentre attende notizie del ragazzo che ama, un operaio edile che è partito per emigrare in Spagna. La trama evoca cinquecento anni di storia di sfruttamenti e colonizzazioni che sono alla base del rapporto iniquo che c'è tra i cittadini dei Paesi cosiddetti "Occidentali" che - se possono permetterselo - possono viaggiare liberamente per turismo e per lavoro, e i cittadini di Paesi sorti dalle ex colonie a cui non è concesso viaggiare in Occidente per via di pregiudizi razziali e di classe.
21/08/2025, 17:30