LE GIORNATE DEL CINEMA MUTO 44 - Presentata la nuova edizione
Un intenso primo piano di Dorothy Mackaill, dal film The Man Who Came Back di Emmett J. Flynn, è l'immagine della 44a edizione delle
Giornate del Cinema Muto di Pordenone, dal 4 all'11 ottobre al Teatro Verdi. Uno sguardo che esprime il fascino e il mistero dell'epoca d'oro del cinema e anche il senso di una leggera inquietudine e malinconia. Come sempre, il festival – diretto per il decimo anno da Jay Weissberg – è occasione di un formidabile viaggio nel tempo che offre innumerevoli spunti di riflessione e di confronto con l'oggi nella consapevolezza che senza memoria non c'è futuro. Il cinema è lo specchio della vita e ne riflette i drammi e le gioie ma è anche occasione e luogo, la sala cinematografica, in cui trovare un momento di sogno e di divertimento. Le proposte delle Giornate spaziano in tutti i Paesi e in tutti i generi, dal kolossal al film d'autore, dal documentario all'animazione, dall'avanguardia agli incunaboli delle origini. In trent’anni il cinema aveva già fatto tutto, diceva Mario Monicelli, più volte presente a Pordenone. E certamente ogni anno le Giornate riservano nuove sorprese come una magica cornucopia che non cessa di riversare nuovi tesori.
Tracciando una guida al programma, partiamo dagli eventi speciali, con la preapertura al Teatro Zancanaro di Sacile di venerdì 3 ottobre con il capolavoro di Buster Keaton The Cameraman (1928), regia di Edward Sedgwick e dello stesso Keaton, e l'accompagnamento musicale dal vivo della Zerorchestra.
L'apertura ufficiale, sabato 4 ottobre al Teatro Verdi di Pordenone, è con un film italiano del 1922, Cirano di Bergerac, regia di Augusto Genina, dal dramma Cyrano de Bergerac (1897) di Edmond Rostand; la partitura musicale è del compositore americano Kurt Kuenne eseguita dall'Orchestra da Camera di Pordenone diretta da Ben Palmer.
Per la chiusura di sabato 11 ottobre (in replica domenica 12) ritroviamo Buster Keaton, qui affiancato da Natalie Talmadge che fu sua moglie dal 1921 al 1932, in Our Hospitality, co-diretto nel 1923 con John G. Blystone. La partitura musicale è del compositore sloveno Andrej Goričar, anche alla direzione dal vivo dell'Orchestra of the Imaginary di Lubiana. Una scelta che omaggia la gemellanza di Gorizia – Nova Gorica, nell'anno che le vede capitale europea della cultura.
Il tradizionale evento di metà settimana, mercoledì 8 ottobre, è articolato in due parti, un documentario su una delle principali battaglie della prima guerra mondiale, e un montaggio di cinegiornali con il titolo Palestine - A Revised Narrative [Palestina - Una narrazione riveduta]. Di particolare rilievo la componente musicale; nel caso del film The German Retreat and Battle of Arras [Ritirata tedesca e Battaglia di Arras] restaurato dall'Imperial War Museum di Londra, la nuova partitura per 10 musicisti e 16 coristi è della compositrice britannica Laura Rossi; per i filmati sulla Palestina, anche questi conservati all'IWM di Londra, la collaborazione tra la pluripremiata compositrice e pianista libanese Cynthia Zaven e la sound designer Rana Eid ha dato vita a un'opera multimediale di grande suggestione e valore artistico, che promette di essere uno degli appuntamenti di maggiore impatto dell'edizione di quest'anno.
Dalla Palestina a un altro odierno fronte di guerra, l'Ucraina. Quando il Paese era parte dell'Unione Sovietica, ebbe un certo rilievo la produzione di film per ragazzi, vivaci commedie i cui protagonisti rappresentavano i modelli per le nuove generazioni da “educare” al comunismo. Nel programma delle Giornate compaiono quattro titoli tra cui Тroye [Tre] (UkrSSR, 1928) di Oleksandr Solovyov, sceneggiato da Vladimir Majakovskij, e Pryhody Poltynnyka [Le avventure di una moneta da mezzo rublo] (UkrSSR, 1929) di Axel Lundin, che sarà presentato con una partitura della compositrice bielorussa Olga Podgaiskaya eseguita da Podgaiskaya con Vitali Darashuk e alcuni elementi dell’Orchestra giovanile Filarmonici Friulani.
Se è quanto mai opportuno in questo momento storico approfondire la conoscenza di Paesi che vivono situazioni drammatiche alle quali nessuno sembra volere o potere offrire soluzioni di pace, è altrettanto importante ricordare che il migliore antidoto al pessimismo e alla depressione è l'umorismo e la risata. Alle Giornate del Cinema Muto i campioni della comicità hanno sempre avuto grande spazio, a partire ovviamente dal genio di Chaplin, anche in considerazione del fatto che David Robinson (direttore delle Giornate dal 1997 al 2015 e oggi direttore emerito) ne è stato ed è il biografo ufficiale.
Chaplin e non solo; la rassegna più ampia del programma 2025 sotto il titolo “Sei gradi di Chaplin” si propone di esplorare il pianeta Chaplin in tutte le sue forme, gli attori che lo hanno ispirato e che egli ha ispirato, i suoi molti imitatori, i cartoni animati, i cinegiornali su di lui e gli home movies. Senza dimenticare che una delle proiezioni più attese è il suo film antimilitarista Shoulder Arms (Chaplin soldato) in anteprima mondiale nel nuovo restauro del MoMA. Al mediometraggio di Chaplin del 1918, realizzato quindi subito dopo l'ecatombe della prima guerra mondiale, viene abbinata un’altra commedia antimilitarista, Soldier Man, girata nel 1926 e uscita nel 1928 (ma mai in Italia), per la regia di Harry Edwards, con Harry Langdon e alla sceneggiatura il giovane Frank Capra che diventerà nei decenni successivi uno dei più grandi registi di Hollywood.
È un grande piacere e un onore avere ospite alle Giornate Jane Fleischer Reid, nipote di Max Fleischer, uno dei pionieri dell'animazione, e figlia di Richard Fleischer, autore di kolossal come Barabba e Tora Tora, di noir, film d'azione e western. Grazie all'impegno della nipote è stata rintracciata e digitalizzata molta parte della produzione di Max Fleischer; a Pordenone vengono presentati 16 cortometraggi con KoKo il Clown realizzati tra il 1920 e il 1928, prima della creazione del personaggio universalmente conosciuto di Betty Boop.
Inizia con questa edizione una retrospettiva biennale dedicata a una delle attrici italiane più apprezzate del cinema muto, Italia Almirante Manzini (Taranto 1890 – San Paolo del Brasile 1941), diva ammiratissima nella sua epoca, sia sullo schermo che sul palcoscenico, ma i cui film si sono raramente visti negli ultimi decenni e che merita senz’altro una riscoperta. Dopo la partecipazione al kolossal Cabiria del 1913 l’attrice interpretò decine di film, molti dei quali perduti. Oltre al frammento di Femmina (1918) con la regia Augusto Genina e la sceneggiatura di Alessandro De Stefani originario di Cividale del Friuli, la rassegna delle Giornate presenta quest’anno cinque titoli, fra cui Zingari (1920) di Mario Almirante, nella copia della Cineteca Nazionale-CSC; L’innamorata (1920) di Gennaro Righelli, da un soggetto di Genina, restaurato dalla Cineteca di Bologna; e La piccola parrocchia (1923), ancora del cugino Almirante, nel nuovo restauro realizzato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino con la Cinematek / Cinémathèque royale de Belgique e la Cineteca del Friuli.
Il viaggio in Italia iniziato in Sicilia, prosegue quest'anno in Liguria, dove sin dal 1896 cominciò ad operare un rappresentane dei Fratelli Lumière. Oltre alle vedute paesaggistiche sulle bellezze della regione troviamo in programma una rara commedia, diretta da Mario Bonnard, La gerla di papà Martin, del 1923.
Le immagini del mondo di ieri ci porteranno in Nuova Zelanda, nella città vecchia di Aleppo, nelle cittadine adagiate sulle colline coreane, in Brasile e in Argentina e ancora in Palestina. Anche cent'anni fa esisteva il famigerato turismo di guerra e ne dà conto un filmato del 1919 di un tour sui campi di battaglia della prima guerra mondiale poco lontano da Parigi.
Tra i classici del “Canone rivisitato” e delle “Riscoperte e Restauri”, oltre al già citato The Man Who Came Back, un capolavoro che non si vedeva da molto tempo, con Dorothy Mackaill e George O'Brien, grande attore fordiano oltre che protagonista di Aurora di F.W. Murnau, troviamo autori come Abel Gance (Le droit à la vie, 1916), Maurice Tourneur (The White Heather, 1919), George B.Seitz (The Blood Ship, 1927), Louis Feuillade di cui si presentano quattro cortometraggi realizzati tra il 1911 e il 1913, Fritz Lang (Der müde Tod / Destino, 1921) e Eleuterio Rodolfi (Gli ultimi giorni di Pompei, 1913) solo per citarne alcuni.
Completano il programma la sezione sull’avanguardia belga, sul cinema delle origini, sui film da identificare, la prima mondiale del nuovo restauro della versione britannica del 1913 di East Lynne per la regia di Bert Haldane, melodramma tratto dall'omonimo romanzo vittoriano di Mrs Henry Wood del 1861. Di quest'opera verranno presentate anche la versione cinematografica del 1925 e la parodia di Mack Sennett del 1919.
Ultima segnalazione per l'evento speciale del pomeriggio di domenica 5 ottobre con il programma di 29 cortometraggi giapponesi degli anni '30, realizzati su supporto di carta opaca e non su celluloide quindi estremamente fragili, che sono stati salvati e digitalizzati dal professor Eric Faden della Bucknell University della Pennsylvania. Pordenone è la prima città europea a ospitare questo evento che avrà l'accompagnamento musicale dal vivo della coppia Yoko Reikano Kimura (koto) e Hikaru Tamaki (violoncello).
Per una settimana Pordenone è la capitale mondiale del cinema muto ed è importante che anche chi non ha la possibilità di arrivare fin qui possa seguire online almeno una parte del programma. Grazie alla collaudata collaborazione con MYmovies, le Giornate continuano a proporre in streaming, ogni giorno e per tutta la durata del festival, una selezione di film accompagnati dai musicisti del festival. Ogni sessione è anticipata dalle introduzioni che il direttore Jay Weissberg ha registrato nei giorni scorsi al Teatro Verdi e in diversi luoghi della città.
11/09/2025, 15:13