GREEN IS THE NEW RED - Al cinema dal 22 settembre
Dall’Operazione Condor nei Paesi dell’America Latina negli anni ‘70 alla Repubblica della Soia di oggi, un deserto verde di coltivazioni OGM nato, cresciuto e divampato nel cuore del Sudamerica: dalle dittature militari ai grandi latifondisti e multinazionali dell’agrobusiness.
“Green is the new red”, ildocumentario di Anna Recalde Miranda, insegue questo filo rosso, in un viaggio intimo tra storia e presente, personale e corale, che attraverso i suoi protagonisti ricostruisce la genealogia del disastro ecologico in corso, offrendo una lettura storica e politica radicale e necessaria. Il film inizia il suo viaggio al cinema da lunedì 22 settembre 20025, con la prima data a Bologna, al cinema Galliera (ore 21.30).
Il film è una produzione Lardux Films (Francia), in coproduzione con Mammut film (Italia), Tell Me Films (Francia), Picante (Paraguay) e Sisyfos Film Production (Svezia). La distribuzione italiana è a cura di OpenDDB.
Il documentario è stato in prima mondiale all’International Documentary Film Festival Amsterdam - IDFA e in anteprima italiana (con il titolo francese “
De la guerre froide à la guerre verte”) a Bologna al Biografilm Festival 2025, dove si è aggiudicato il Premio Manifesto e il Premio del pubblico. Il film parteciperà anche al Sole Luna Doc Film Festival a Palermo (18 settembre), al Dig Award a Moderna (27 settembre) e al WeWorld Festival ancora a Bologna (30 settembre).
L'orizzonte è una linea di campi coltivati infinita di colore verde intenso: la culla dell'agroalimentare mondiale è in Sud America, non c’è sulle mappe, ma esiste. E unisce un passato dettato dalla violenza politica dell'Operazione Condor e un presente segnato dagli assassinii dei difensori della terra di oggi. Concentrandosi sull’uccisione di quasi 2000 ambientalisti e difensori della terra in America Latina dal 2012, “
Green is the New Red” indaga le radici di questa violenza, a partire dall’Operazione Condor, il patto segreto che negli anni Settanta fu attivo tra i servizi segreti delle dittature militari di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay, con la collaborazione degli Stati Uniti. Questa “multinazionale della repressione”, responsabile della scomparsa di migliaia di “sovversivi”, ha lasciato in eredità impunità e accaparramento delle terre, ponendo le basi dell’attuale Repubblica della Soia. Proprietari privati, legati al potere dittatoriale, hanno così occupato terreni appartenenti allo Stato grazie a un sistema basato sulla falsificazione dei documenti e sulla corruzione. Secondo la Commissione Verità e Giustizia in Paraguay, 8 milioni di ettari sono stati consegnati dal dittatore Stroessner ai suoi amici e alleati: su queste terre è nata la Repubblica della Soia, che oggi occupa in Paraguay il 96% delle terre coltivabili. In Brasile, rappresenta 14 milioni di ettari, dove abitavano tradizionalmente le popolazioni indigene. Queste terre avrebbero dovuto essere distribuite ai contadini senza terra attraverso la riforma agraria, prevista dalle costituzioni di questi Paesi dopo la fine delle dittature. Ma così non è stato, e ancora oggi, in democrazia, questi luoghi sono teatro di innumerevoli conflitti ed episodi di violenza. Tra lobby internazionali e think-thank, molti degli ex sostenitori dell'Operazione Condor finanziano ora campagne di negazione del cambiamento climatico ed esercitano enormi pressioni a favore dell'agrobusiness: tra questi, c’è anche la Heritage Foundation e l'Heartland Institute con il suo slogan "Green is the New Red", che identifica chiunque si opponga al modello ecocida di produzione per l'esportazione come un nemico da combattere.
Anna Recalde Miranda è una regista italo-paraguaiana. “Green is the new red” è la terza parte di una trilogia di documentari sulla storia in divenire, frutto di oltre 15 anni di lavoro sul campo. I due film precedenti girati in Paraguay, “La tierra sin mal” (2009) e “Potere e impotenza, un dramma in 3 atti” (2014), seguono l'ascensione e la caduta dell'unico governo progressista della storia del paese. “A metà degli anni Duemila sono andata a girare per la prima volta in Paraguay. Volevo conoscere il Paese d'origine di mio padre, che aveva lasciato a 18 anni durante la dittatura di Stroessner e non si era mai voltato indietro, stabilendosi in Italia, dove sono nata. - ha dichiarato la regista - Per girare quest’ultimo capitolo della trilogia, sono tornata in Paraguay nel 2018, 6 anni dopo il colpo di Stato ai danni del primo governo progressista del Paese. Gli effetti del saccheggio della terra, promosso dal golpe, sono devastanti. Le temperature superano i 45 gradi, gli incendi rendono l'aria irrespirabile e il fiume Paraguay, uno dei più importanti dell'America Latina, si sta prosciugando. Ho deciso di tornare a filmare, per cercare le radici di questo disastro. Il viaggio del film è durato diversi anni e mi ha permesso di incontrare nuovi alleati, nuovi compagni di viaggio, di abbeverarmi al loro coraggio e alla loro forza morale, di guardare in faccia le cose, anche se spesso con paura e dolore.”
LE PRIME DATE:
Lunedì 22 settembre - Bologna, Cinema Galliera, ore 21.30
Giovedì 25 settembre - Bologna, Cinema Galliera, ore 21.30
Sabato 27 settembre - Modena, DIG Award festival, Cinema Astra, ore 15.40
Martedì 30 settembre - Bologna, WeWorld Festival, Vag61, ore 19
Martedì 30 settembre - Cuneo, Cinema Monviso, ore 21
Giovedì 2 ottobre - Perugia, PostModernissimo, ore 21
Lunedì 6 ottobre - Bologna, Sensing the climate, Cinema Galliera, ore 21:30
Martedì 7 ottobre - Ferrara, Sala Boldini, ore 21
17/09/2025, 09:58