DIG AWARDS 11 - Tutti i vincitori
Durante la cerimonia di premiazione di
DIG Festival 2025: "Targets", tenutasi a Modena il 27 settembre 2025 e condotta da Valerio Bassan e Philip Di Salvo, le giurie audio e video hanno assegnato i DIG Awards 2025, i prestigiosi premi destinati ai migliori progetti di giornalismo investigativo e di reportage dell’ultimo anno.
Di seguito i vincitori delle singole categorie e il Premio Speciale della Giuria; a questo link, invece, potete vedere tutti i finalisti selezionati tra oltre 300 candidature arrivate da tutto il mondo.
Durante la cerimonia sono stati assegnati anche il
DIG Pitch "Matteo Scanni" 2025, un finanziamento da €15.000 a un documentario di inchiesta in via di sviluppo o produzione e il
DIG Watchdog Award, che il direttivo dell’associazione conferisce ogni anno a reporter e realtà editoriale di particolare coraggio.
INVESTIGATIVE LONG
SURVIVING SYRIA’S PRISONS di Sasha Joelle Achilli, Sara Obeidat
La motivazione della giuria: "
Surviving Syria’s Prisons è un film importante e attuale che utilizza le testimonianze come metodo investigativo per raccogliere prove fondamentali. Le filmmaker hanno ottenuto un accesso straordinario e hanno condotto le interviste con sensibilità e professionalità, affrontando il tema con sincero interesse. Non si sono tirate indietro dal parlare direttamente con i torturatori, i principali colpevoli, nella loro tenace ricerca di responsabilità e giustizia".
REPORTAGE LONG
HAITI: THE IRON GRIP OF THE GANGS di Catherine Norris Trent, Roméo Langlois
La motivazione della giuria: "
Il giornalismo è, prima di tutto, essere presenti sul campo. Ma questo non può mai essere dato per scontato: richiede coraggio, preparazione e la capacità di muoversi, sapendo che non tutti i luoghi offrono le stesse condizioni di sicurezza. Oggi, Haiti è uno dei posti più complessi e pericolosi in cui fare giornalismo. Haiti: The Iron Grip of the Gangs racconta in modo potente questa realtà, rivelando un Paese in cui la violenza è ormai endemica, l’impunità regna e le gang limitano la libertà di movimento e la speranza per il futuro. È un film che riflette non solo la brutalità della situazione haitiana, ma anche la resistenza del giornalismo di fronte ai contesti più estremi".
INVESTIGATIVE MEDIUM
THE MINISTER’S MILLIONS di AJ I-Unit
La motivazione della giuria: "
Un’impressionante inchiesta che svela come un ministro del governo del Bangladesh, con uno stipendio pubblico da 12mila dollari al mese, sia riuscito ad acquistare illegalmente oltre 600 proprietà di lusso in cinque città del mondo. L’uso di tecniche giornalistiche sotto copertura offre uno sguardo unico sulle proprietà del ministro, incluso uno straordinario tour guidato della sua casa londinese da 14 milioni di dollari, mettendo a nudo l’intera rete che rende possibile questa corruzione. The Minister’s Millions è un esempio di giornalismo responsabile e ambizioso che ha avuto un impatto immediato".
REPORTAGE MEDIUM
TIGRAY: RAPE AS A WEAPON di Marianne Getti, Agnès Nabat
La motivazione della giuria: "
Un ritratto potente e sensibile di un crimine di guerra quasi impossibile da documentare: lo stupro come arma. Nel film, le storie delle sopravvissute sono raccontate con intimità e grazie a un accesso straordinario. Il film dà voce alle vittime e mette a nudo il trauma che hanno dovuto subire, mentre i responsabili delle violenze restano impuniti. Un atto d’accusa sconvolgente, necessario e urgente".
SHORT
INDIA’S OPIOID KINGS di Richard Wyllie, Stephanie Stafford
La motivazione della giuria: "
Un pezzo di acuto giornalismo investigativo che arriva al cuore di un problema di salute pubblica in Africa, dove i quartieri poveri della Nigeria e del Ghana sono stati invasi dal Tramadol, un oppioide sintetico capace di creare una grave dipendenza, prodotto legalmente come medicinale da un’azienda farmaceutica in India. I proprietari, mentre guadagnano milioni, stanno causando la miseria di centinaia di persone. Negli Stati Uniti una pandemia di fentanyl, un altro oppioide sintetico che negli ultimi quattro anni ha causato la morte di oltre 300mila persone, ha avuto origine anch’essa dal lavoro di una grande azienda farmaceutica. Questo pezzo di giornalismo investigativo rappresenta un potente contributo alla salute pubblica, e lancia l’allarme su una crisi che potrebbe esplodere senza alcun controllo".
AUDIO E PODCAST
BURIED: THE LAST WITNESS di Dan Ashby, Lucy Taylor
La motivazione della giuria: "
Un progetto di grande impatto, capace di trasformare una complessa questione ambientale in una storia accessibile e profondamente umana. Gli autori hanno portato calore e intimità, guidando gli ascoltatori con empatia e professionalità attraverso l’inchiesta. Tra i maggiori punti di forza figurano una colonna sonora splendidamente composta e un sound design immersivo, che conferiscono al reportage una creatività ambiziosa, quasi operistica, raramente riscontrabile nelle produzioni audio di giornalismo investigativo. La scrittura è altrettanto potente, avvincente e precisa, arricchita da colpi di scena narrativi che coinvolgono il pubblico, con la capacità di mantenere il focus sull’argomento con chiarezza e profondità. Buried si distingue per rigore, solidità e tenuta emotiva. Con un grande equilibrio tra profondità investigativa, maestria narrativa e ambizione artistica, rappresenta il podcasting investigativo al suo meglio".
DIG - PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
THE NIGHT WON’T END di Kavitha Chekuru
La motivazione della giuria: "
I dieci membri della giuria hanno deciso all’unanimità di assegnare un “Premio Speciale della Giuria” a questa approfondita indagine su tre famiglie palestinesi, un lavoro sensibile e rigoroso. Questo film unico non poteva essere considerato solo un’altra testimonianza tra tante; doveva essere messo in luce, in un momento senza precedenti nella storia, mentre i giornalisti vengono uccisi a centinaia a Gaza e ai media internazionali è impedito l’accesso da oltre due anni. La giuria ha preso questa decisione per esprimere la speranza che questa notte finisca al più presto".
DIG PITCH "MATTEO SCANNI"
A NEWBORN di Giovanni Culmone, Matteo Garavoglia
La motivazione della giuria: "
A Newborn soddisfa tutti i requisiti di DIG Festival: giornalismo investigativo, rilevanza internazionale, spirito di indipendenza, originalità del soggetto, audacia del racconto e giovane età del team. Attraverso il percorso di un attivista saharawi imprigionato e torturato, il film indaga il lato oscuro del Marocco e le sue violazioni dei diritti fondamentali. Si tratta di un tema raramente esplorato, soprattutto in un contesto di ampio sostegno internazionale, in particolare europeo, al regno marocchino".
🏆 DIG WATCHDOG AWARD
AI WATCHDOG PALESTINESI A GAZA
La motivazione della giuria: "
Con il Watchdog Award, il direttivo di DIG vuole celebrare l’eccellenza nel giornalismo e coloro che incarnano i suoi ideali, la sua missione e la sua resilienza: sumud. Questa edizione di DIG Festival si intitola intenzionalmente “Targets”: un modo per ricordare chi è sotto attacco, chi documenta e chi denuncia. Questo vale in particolare per i giornalisti e per chiunque venga preso di mira per essersi rifiutato di tacere. Secondo dati ONU, 252 giornalisti e operatori dei media sono stati uccisi da quando le bombe hanno cominciato a cadere su Gaza. Più giornalisti sono stati uccisi a Gaza che in entrambe le guerre mondiali, nella guerra del Vietnam, nelle guerre in Jugoslavia e nella guerra in Afghanistan messe insieme. Come mai prima, i giornalisti sono obiettivi deliberati, e le tattiche israeliane sono state ampiamente esposte. Lo scorso anno DIG ha deciso di assegnare il Watchdog Award ai giornalisti palestinesi a Gaza e alla Press House Palestine, un’organizzazione che ha servito da rete di supporto per i lavoratori dei media in Palestina, in particolare durante questa ultima guerra orribile e criminale e il genocidio. Quest’anno insistiamo: questo è un momento senza precedenti, e il messaggio deve essere ribadito. Nessuno incarna i più alti ideali del giornalismo come i giornalisti palestinesi, i watchdog più coraggiosi di tutti. Oggi li celebriamo ancora una volta, nel modo più forte possibile. Il direttivo di DIG dedica il Watchdog Award 2025 ai watchdog palestinesi a Gaza: a coloro che hanno perso la vita al servizio della verità e della giustizia, e a coloro che continuano quella missione. Il premio viene consegnato simbolicamente a Mohammed Abed, giornalista palestinese che lavora per AFP, Agence France-Presse, dal 2003. Abed è stato a Gaza fino al 2024 e ora continua il suo lavoro in esilio e a Jonathan Dagher, responsabile del desk per il Medio Oriente di Reporters Without Borders, la principale organizzazione internazionale che difende la libertà di stampa e le libertà giornalistiche in tutto il mondo. DIG auspica che, tramite loro, il premio possa arrivare quanto prima a Gaza e in una Palestina libera".
29/09/2025, 10:51