Note di regia di "L'Appartamento - Sold Out"
Abbiamo sempre pensato “
L’Appartamento - Sold Out” come una favola moderna sull’integrazione e sull’accettazione di sé e degli altri. Tre coppie, diversissime per età, cultura, religione e razza, subiscono una truffa e sono costrette ad abitare insieme in una casa di edilizia popolare dell’estrema periferia di Roma. Questa convivenza forzata cambierà tutti in maniera profonda, mettendoli di fronte ai propri pregiudizi e ai propri limiti, ma anche liberando delle capacità e delle risorse che i nostri protagonisti non sapevano di avere. Una storia di integrazione e di cambiamento, con al centro il tema del confronto fra culture diverse, ma anche quello della casa, questioni sempre più scottanti e attuali. Il tono scelto è quello della commedia, del divertimento e della leggerezza, pur senza rinunciare alla ricerca della verosimiglianza e tentando di raccontare anche i conflitti e i drammi che queste coppie si trovano a vivere. Proprio
l’ostinata ricerca di verità ha guidato le nostre scelte. Nel cast, selezionando un gruppo di attori che realmente incarnassero culture diverse, che provenissero dai paesi previsti in sceneggiatura e avessero nel loro bagaglio un vissuto simile ai personaggi che interpretano (di tanto in tanto anche parlando nella loro lingua di origine). Nella location principale, una vera palazzina fatiscente a Centocelle (quartiere sempre più multiculturale) dove abbiamo ambientato quasi tutta la nostra storia. E persino nella tecnica di ripresa. Quasi tutta la serie è infatti girata con la macchina a spalla o con la steady, un modo di girare che favorisce la continuità all’azione, e allude ad uno stile quasi documentaristico.
Crediamo che queste scelte possano contribuire a dare a questa serie la giusta verità e credibilità, quasi a fare da contrappunto ad una narrazione lieve e archetipica, e speriamo molto divertente.
Per quanto ci riguarda, noi ci siamo molto divertiti a raccontare questa storia di convivenza forzata, che ci piace definire una favola moderna, perché crediamo che, mai come oggi, in un’epoca così piena di conflitti e divisioni, abbiamo bisogno di utopie, di speranza, di credere che ci sia la possibilità di convivere tutti insieme e possibilmente in pace.
Francesco Apolloni e
Giulio Manfredonia