FESTA DEL CINEMA DI ROMA 20 - SCIATUNOSTRO, la recensione
E’ un racconto dell’Isola di Linosa intimo, generoso e autentico, quello che Leandro Picarella fa nel film
Sciatunostro. Una vera immersione nel vento, mare, cielo, campagna, animali selvatici, di un territorio che si rivela essere uno scrigno di tesori naturalistici. Dal film traspare tutto l’amore che il regista ha da sempre per questa terra, immersa in un mare bellissimo, sperduta nel Mediterraneo tra la Sicilia e l’Africa, gemella della più famosa Lampedusa (nell’arcipelago delle Palagie insieme all’isola di Lampione), che per tanti migranti è diventata punto d'approdo per i viaggi della speranza verso il nord del mondo.
“Frequento l’isola da tanti anni – ha dischiarato Leandro Picarella - e da tempo desideravo raccontarla attraverso una storia semplice e universale, che ne evocasse l’essenza: la fine di un’estate, un’amicizia interrotta, una partenza che segna un prima e un dopo”.
Il filo conduttore del film è infatti l’amicizia tra due bambini, Ettore e Giovannino, di undici e sette anni (Ettore Pesaresi e Giovanni Cardamone) che si preparano a vivere l'ultima estate insieme. Ettore, da lì a poco, sarà infatti costretto a trasferirsi sulla terraferma per proseguire gli studi, mentre Giovannino rimarrà solo, in attesa di rincontrarsi ancora. A quell’età il gioco e l’amicizia sono le cose più importante del mondo. Picarella porta la telecamera a misura di bambino e fa immergere gli spettatori in una dimensione che tutti hanno vissuto da piccoli, dilungandosi in situazioni, sentimenti, piccole grandi avventure apparentemente banali, ma fondamentali per la crescita e la costruzione dell’affettività delle persone, facendole rivivere, a chi guarda, con estrema semplicità ma suscitando, al tempo stesso, un forte impatto emotivo.
A fare da contrappunto a questo racconto autentico di formazione, le immagini d’archivio di Pino, un anziano videoamatore del luogo. Gli scenari naturali si alternano così alle immagini di filmini di feste, cene, processioni, balli figurati, che scandiscono la vita del paese, momenti preziosi di un mondo perduto, che non c’è più. Il film ricostruisce un luogo dell’anima del regista, amato e forse rimpianto, attualizzato grazie alla storia d’amicizia tra due bambini, che insieme vivono l’isola lontani da tutto, soprattutto da ciò che li attende nella vita da grandi. In un tempo indefinito e in luogo sospeso, Sciatunostro riesce così a diventare una storia universale, una memoria collettiva probabilmente appartenuta a tutti, in un’estate magica, tanti anni fa.
22/10/2025, 08:16
Elisabetta Vagaggini