Note di regia di "The Lunch: A Letter to America"
Quando ho iniziato a lavorare sul "
The Lunch", avevo la certezza che sarebbe stato un lavoro politico. Ma mentre eravamo sul campo, perduti tra le mille incertezze di chi insegue la realtà, ho sentito che questa ci stava portando verso uno spazio poetico, in una accezione terrena e affatto aulica, lasciando la politica dentro il corpo dell’intimità del quotidiano. Ho capito quasi subito che quella che stavamo filmando era l’ultima l’America come l’abbiamo conosciuta, la testimonianza dell’ultimo stadio della purezza primitiva del paese che determina, nostro malgrado o per nostra grazia, il destino de mondo. Un destino determinato da quelli che, in questo film, possono sedersi a tavola ad attendere il cibo. Mentre gli ultimi, così consapevoli della loro condizione da diventare una speranza di rinascita dell’umanità, preparano il pranzo.
Gianluca Vassallo