IDFA 2025 - Gianluca Matarrese protagonista
L’
IDFA di Amsterdam, il più prestigioso festival di documentari d’Europa, che avrà la sua nuova edizione dal 13 al 23 novembre, omaggia Gianluca Matarrese con la proiezione di
IL QUIETO VIVERE in Envision Competion, la sezione competitiva che presenta i film di registi visionari che creano nuovi linguaggi cinematografici e
GEN_ presentato nella sezione Signed, che propone le ultime avventure cinematografiche di alcuni dei registi più originali del nostro tempo.
Matarrese sarà inoltre ospite della sezione IDFAcademy Talk dove dialogherà con la regista Maria Silvia Esteve e la critica cinematografica Dana Linssen sui temi della fiducia, della distanza e del controllo creativo quando si lavora con un certo tipo di personaggi.
IL QUIETO VIVERE
Come in “Fuori tutto” (premiato come Miglior Documentario al Festival di Torino nel 2019), in "Il quieto vivere" Matarrese porta al centro del racconto la sua famiglia. Protagoniste del film sono infatti le sue cugine Maria Luisa Magno e Imma Capalbo (cognate tra loro), sua madre Carmela Magno e le zie Concetta e Filomena, i cugini Sergio Turano e Giorgio Pucci e tutti i parenti del Cozzo.
Una co-produzione italo-svizzera Faber Produzioni e Stemal Entertainment con Rai Cinema / Elefant Films con RSI in collaborazione con Bellota Films prodotto da Donatella Palermo con Alex Iordachescu. In uscita nel 2026 con Luce Cinecittà.
«”Il Quieto Vivere” nasce da una storia vera, vissuta tra le mura della mia famiglia – racconta Matarrese. In un borgo calabrese dove il rancore è quotidiano e il conflitto è sacro, racconto la guerra domestica tra due cognate, Luisa e Imma. Attraverso un linguaggio che fonde documentario, finzione e teatro, metto in scena un universo chiuso e iper-reale, dove ogni lite è una performance e ogni pranzo un campo di battaglia. Con ironia e crudeltà, esploro l’anticamera del crimine, quel momento sospeso in cui la tragedia del reale può ancora essere evitata, forse, grazie al cinema».
Ogni famiglia è infelice a modo suo, soprattutto quelle che si odiano perché costrette a vivere nella stessa palazzina di uno sperduto borgo calabrese, un piccolo agglomerato di abitazioni situate in cima a un colle che tutti chiamano il Cozzo. E in ogni famiglia infelice, a ben guardare, c’è sempre qualcuno più infelice degli altri, che pensa solo a come sbarazzarsi dei suoi nemici. Qualcuno come Luisa Magno, cinquantenne in guerra col mondo da sempre. Apparentemente ribelle ai valori tradizionali, Luisa si divide tra lavori precari, l’affetto per i figli e la nipotina, e le furibonde liti con la madre, il fratello e la cognata Imma, vera ossessione del suo quotidiano. Mentre le due donne si sfidano tra denunce e insulti, tre zie anziane, coro tragicomico, cercano disperatamente di riportare la pace.
GEN_
Una coproduzione Francia, Italia, Svizzera Bellota Films, Stemal Entertainment, Elefant Films, prodotto da Dominique Barneaud, Donatella Palermo, Alexandre Iordachescu.
All'ospedale pubblico Niguarda di Milano, il dottor Maurizio Bini ha una missione non convenzionale: trasformare vite attraverso la fertilità e l'affermazione di genere. Bilanciando i sogni di aspiranti genitori con i percorsi di chi cerca di riconciliarsi con la propria identità di genere, crea uno spazio di accoglienza e autodeterminazione, dove l’umorismo spesso alleggerisce anche i momenti più difficili. In un contesto politico che mette alla prova l’etica medica, Bini sfida i vincoli imposti dalla società per offrire speranza, umanità e cura, facendo la differenza con competenza e cuore.
Dice Gianluca Matarrese: «GEN_ si concentra su un ospedale pubblico italiano che fornisce assistenza gratuita per procreazione assistita e terapie di affermazione di genere. Attraverso le consultazioni nello studio del dottor Bini, che includono pazienti trans e coppie infertili, esploriamo le sfide di un medico e del suo team, costretti a mediare tra giudizio clinico e restrizioni legali sempre più stringenti. Sebbene questa situazione esemplifichi un paradosso italiano, il film affronta dilemmi etici, sociali e legali presenti non solo in Europa e nelle democrazie occidentali, ma anche a livello globale. Desideri umani come quello di avere un figlio o di affermare profondamente la propria identità di genere cambiando aspetto e nome legale sono universali. Il film si addentra in questi desideri universali e nelle difficoltà che le persone affrontano per realizzare i propri sogni».
13/11/2025, 12:34