Note di regia di "The Fisherman "
L’idea del corto nasce da una singola immagine: un pescatore pesca una persona dal mare. All’interno di questa scatola narrativa ho cercato di creare un personaggio da poter esplorare e che potesse al contempo veicolare alcune tematiche che ritengo interessanti. Ovviamente il tema della solitudine è molto presente; ritengo la mia generazione essere particolarmente colpita da una solitudine latente che paradossalmente si nasconde tra le piaghe di una società sempre più connessa a livello digitale. Chi vive in prima linea questo contrasto non può fare a meno di avvertire un evidente stato di alienazione, ma per veicolare questa sensazione ho deciso di trasportarla su un anziano. Questa decisione mi permette di “archetipare” la sensazione in questione facendola uscire dal canonico discorso generazionale e affrontandola da un lato più generale.
L’unica vera possibilità che il nostro protagonista ha all’interno del film è quella di rivolgersi dentro sé stesso, di esplorare in modo goffo e sorpreso tutti propri limiti e le proprie inadeguatezze (il vizio del fumo, il muro della burocrazia, la lingua inglese, la morte) ed inquadrarli all’interno di una storiella per bambini, una favola. Così facendo il Nostro potrà meglio accettare il peso della vita o addirittura cambiarla per sempre “diventando un pesce”. Tutto il corto è stato scritto con la consapevolezza che sarebbe stata una sfida al limite della follia produrlo e girarlo con le nostre sole forze, ma l’intenzione era quella di creare una storia così unica e divertente da non lasciare altra scelta alle persone che non quella di entusiasmarsi per il progetto ed aiutarci a realizzarlo. Così è stato e il risultato finale non è che la testimonianza della bontà di tutte le persone che hanno preso parte a questo lavoro.
Alberto Vannacci