THE TRIALS - Dal 15 dicembre in streaming su OpenDDB
Maja T., attivista non binary di nazionalità tedesca in prigione d’isolamento a Budapest, ha 25 anni e rischia una condanna di 24 anni, in un caso simile a quello di Ilaria Salis. Mentre l’Ungheria protesta contro le misure sempre più restrittive del governo autoritario, il tribunale prepara la sua sentenza. Lo racconta il documentario di Marta Massa, “
The Trials”, che da lunedì 15 dicembre 2025, sarà in streaming su OpenDDB e disponibile per proiezioni pubbliche. Dopo l’anteprima assoluta al Festival dei Popoli, sarà così possibile vedere il film-reportage sulla piattaforma online (tutte le informazioni sul sito: https://openddb.it/film/the-trials/) e in appuntamenti nelle città italiane, che vogliono diventare momenti di informazione e solidarietà, oltre il silenzio e l’isolamento che circondano la vicenda di Maja T.
Ogni proiezione può trasformarsi in uno spazio collettivo di ascolto, discussione e sostegno alla rete che chiede la sua liberazione, in vista del prossimo e decisivo mese. Infatti, sono previste a breve quattro udienze, tra cui la prossima del 22 gennaio 2026, quando arriverà la sentenza.
Oltre 17 mesi di isolamento, più di 500 giorni di prigionia in condizioni preoccupanti: militante e antifascista, Maja T. sta fronteggiando l’accusa di aver preso parte a un’aggressione nei confronti di estremisti di destra durante le manifestazioni del “Giorno dell’onore”, una commemorazione annuale che riunisce migliaia di militanti delle frange estreme e radicali del nazionalismo da tutta Europa (che l’11 febbraio 2023 si è tenuta appunto a Budapest). La stessa accusa rivolta a Ilaria Salis, che oggi da eurodeputata cerca di portare luce su questo caso, invitando sui propri canali social a vedere il documentario - come successo nella sua anteprima a Firenze. Secondo la difesa degli arrestati, sono molti i dettagli che non tornano, le persone ferite hanno riportato un numero limitato di giorni di prognosi: eppure, la stretta autoritaria del governo Orbán sembra aver trovato un nemico contro cui scagliarsi. Non ultimo, il 18 marzo è stato approvato in parlamento il divieto di assembramenti LGBTQIA+.
In questo contesto, ogni settimana i civili si riuniscono per esprimere il loro dissenso nei confronti del governo. In queste proteste la regista incontra attivisti, giornalisti e civili che scendono instancabilmente in piazza in segno di solidarietà. “
Nel clima di estremismo e autoritarismo in cui abitiamo, la lotta di Maja e di attivisti ungheresi contro la sistemica violazione dei diritti umani chiede a ognuno di noi: quanto siamo disposti a sacrificare per qualcun altro? Che siano i nostri figli, amici o per persone che non conosciamo. Siamo disposti a mettere a repentaglio la nostra sicurezza per proteggere quella altrui?”, ha dichiarato la regista
Marta Massa.
“La prima volta che ho sentito parlare degli attacchi del ‘Giorno dell’onore’ mi ero appena trasferita a Budapest. È passato più di un anno da quando ho filmato l'ultimo processo di Ilaria Salis, antifascista di origini italiane, arrestata per il suo presunto coinvolgimento nello stesso attacco neonazista in cui è implicat* Maja. Ilaria Salis è riuscita a uscire dalle carceri di Budapest, ma da allora la campagna di estradizione guidata dallo Stato ungherese contro tutti gli antifascisti sospettati di essere coinvolti nel caso, ha continuato a radicalizzarsi. Per questo motivo ho deciso di continuare a filmare e di approfondire il rapporto con la famiglia di Maja, nel corso della detenzione e del processo. L'estrema cura e solidarietà che ho percepito per Maja durante il periodo del processo, da parte di amici e sostenitori, mi ha spinto a partecipare e seguire da vicino la prima udienza e le udienze successive”.
“
Il cuore corre velocemente, portando con sé la fierezza, il ringraziamento e la fiducia, però ancora non so dove, rimango con il respiro in sospeso, comunque volto verso di voi, là tra le sedie rosse, dove la vita prospera e la speranza agisce”, scrive in una lettera dal carcere
Maja, rivolta a chi vedrà il documentario, “
Grazie e a presto, mi farò viva*”.
Marta Massa è una documentarista e direttrice della fotografia sarda, con base tra l'Ungheria e la Sardegna. Ex allieva di DocNomads. ha conseguito un Master in Regia di Documentari presso l'Edinburgh College of Art; il suo film di laurea, What Remains, ha ricevuto riconoscimenti internazionali. Il suo ultimo cortometraggio, Deserto Bianco, è stato proiettato a Sarajevo International Film Festival. Nel 2021 è stata selezionata per il programma New Voices, istituito dallo Scottish Documentary Institute e dedicato ai talenti emergenti nel campo del documentario. Ha completato il programma di sviluppo ItineranzeDoc per il suo lungometraggio documentario The Trials, incentrato sul processo a Maja T., prigionier* politica in isolamento in Ungheria.
15/12/2025, 12:15