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ViaEmili@DocFest 2015 - "A Secret Garden": un elegante ritratto di cittàSinossi *: Cosa siano stati i giardini di Ferrara, tra mito e realtà, l'hanno scritto e cantato narratori e poeti, l'hanno ammirato sovrani e principi, l'hanno diffuso scienziati e viaggiatori.
Sulla scia della memoria, sulla pallida e nebbiosa evocazione di un passato che è insieme ricordo, ma anche tenace volontà di non perdere il senso della realtà edenica, si costruiscono, si curano, si amano i giardini domestici che un portone socchiuso rivela al di là delle severe facciate dei palazzi ferraresi dove, direbbe Montale, il giallo dei limoni provoca una «dolcezza inquieta».
Non ci sono giardini belli, a Ferrara: ci sono giardini-orti dove la memoria s'aggruma e si condensa nel sussulto improvviso di un colore. I giardini, dunque, come memoria, e non solo memoria storica, ma naturale, di una natura che ancora - a Ferrara, città patrimonio dell'UNESCO - sa dialogare con l'architettura e l'urbanistica.
Scomparsi i grandi giardini rinascimentali, restano le tracce di una vegetazione che non ha abdicato ai diritti di una campagna che sfuma e si perde nella città, senza che le antiche mura rinascimentali la contrastino, anzi, ma la esaltino.