Sinossi *:
Fin da bambino, Orfeo immagina storie attorno a una villa abbandonata di fronte a casa sua. Pianista solitario e visionario, durante una serata al Polypus – il locale dove suona – incrocia lo sguardo di Eura. Tra loro nasce un amore assoluto, ma lei cela un segreto. Poi scompare. Una sera, Orfeo la vede entrare in una piccola porta su via Saterna, davanti alla villa. La segue. Prima della soglia incontra l’Uomo Verde, figura enigmatica che sembra conoscere i misteri di quel passaggio. Varcata la porta, Orfeo entra in un aldilà visionario, abitato da creature come le Melusine, il Mago dei Boschi e parate di scheletri. Nella villa incontra la Giacca, un diavolo custode che si impossessa del suo corpo per rivivere, attraverso la musica, memorie perdute. Poi gli rivela dov’è Eura: alla stazione, in partenza su un treno appoggiato al suo pianoforte. Solo una porta sul leggio – che si aprirà alle ore 12 – può condurla indietro. Orfeo arriva in tempo per salutarla. Al risveglio, trova l’anello di lei tra le dita. Torna al pianoforte e suona per lei, sapendo che vivrà nei suoi ricordi, nei suoi sogni, nelle sue note.

NOTIZIE 'Orfeo'

Libri


Libro sul film "":
"Poema a Fumetti"
di Dino Buzzati, 250 pp, Mondadori, collana Oscar Ink, 1969
La trama ricalca quella del mito ma in chiave moderna: Orfi è un cantautore rock che suscita l'entusiasmo dei giovani frequentatori del locale milanese "Polypus". Una sera, casualmente, vede l'amata Eura Storm attraversare una misteriosa porta, ubicata nell'inesistente via Saterna, della centrale Milano. Il giorno dopo assiste a una lunga parata di carri funebri e da un misterioso uomo verde riceve la tremenda notizia della morte della fidanzata; Orfi non si dà pace e quella sera, recatosi a via Saterna, trova la porta serrata, presidiata dallo stesso uomo verde che aveva conosciuto la mattina. A nulla valgono i tentativi di aprire la porta, fino a quando Orfi non si mette a cantare. La porta si apre finalmente e il giovane, scendendo una buia scalinata, si trova in un giardino in cui avvenenti ragazze lo dissuadono dal continuare la ricerca di Eura, proponendosi in cambio. In particolare la bella Trudi lo porta al cospetto di un diavolo che assume le sembianze di un cappotto. Il "Diavolo custode" spiega che l'aldilà è pieno di anime il cui maggiore rammarico è di non poter più aspirare a morire ancora e quindi di essere costrette a vivere in eterno.[6]

Orfi convince il Diavolo custode, con le sue canzoni, a farsi concedere un giorno intero per cercare Eura. La lunga ricerca dà finalmente i suoi frutti: i due giovani si ricongiungono ma il tempo sta per terminare e i due devono varcare la soglia per tornare alla vita prima che le ventiquattr'ore siano trascorse. Eura non è convinta di poter tornare in vita ma il giovane insiste; il tempo però non è sufficiente e solo Orfi ritorna alla luce mentre Eura rimane nell'aldilà. Dietro la porta c'è l'uomo verde che tenta di convincere Orfi che l'avventura sotterranea altro non era che un sogno. Orfi, però, ha la prova che l'incontro con Eura era reale: nella sua mano è rimasto l'anello della giovane, sfilatosi durante un ultimo abbraccio prima della separazione

prezzo di copertina: 21,00



Note:
Il film "Orfeo" è l’adattamento cinematografico di "Poema a Fumetti" di Dino Buzzati, pubblicato nel 1969 e considerato la prima graphic novel italiana. Buzzati, uno degli autori più importanti del ‘900 italiano, in quest’opera rielabora in chiave moderna il mito di Orfeo e Euridice, ambientandolo a Milano e riproponendo i temi che hanno caratterizzato la sua ricerca artistica: l’arte, l’amore, il mistero, l’erotismo, la melanconia, le riflessioni sul rapporto tra la vita e la morte. Ne nasce un’opera innovativa, concepita e realizzata attraverso una forma ibrida e sperimentale. Il suo autore la considerava la propria opera più importante, una sorta di testamento artistico; e in effetti il Poema è il contenitore ideale per tutto quello che Buzzati aveva amato o imparato, per tutto ciò che era riuscito a intuire nella sua vita di artista e di uomo. Indagando il rapporto indistricabile con la morte, Buzzati di fatto realizza un inno alla vita, ma questa è solo una delle innumerevoli suggestioni e riflessioni che quest’opera-mondo regala al lettore. A distanza di più di 50 anni il Poema continua a rinnovare il suo mistero, a interrogarci, stupirci e turbarci con la sua fantasia spudorata.

Tutto il film è stato interamente ricostruito in Studio e girato in pellicola 16mm. La scenografia di Orfeo nasce da un’intenzione chiara: restituire un mondo che non imita il reale, ma lo reinventa attraverso una lente artigianale, evocativa, profondamente cinematografica. Ogni ambiente del film è stato concepito e costruito all’interno dello studio Fantasmagoria, a Milano, trasformato per l’occasione in un vero e proprio teatro di posa artigianale. Una particolare attenzione è stata data alla coesistenza tra elementi animati e attori in carne e ossa all’interno dello stesso spazio scenico. La stop motion è stata integrata direttamente sul set: i personaggi animati si muovono all’interno delle scenografie costruite per il live action, evitando qualsiasi effetto post-prodotto. Ciò ha richiesto un coordinamento preciso tra reparto scenografia, animazione e macchina da presa, per ottenere un’unione coerente e credibile tra i diversi livelli visivi. La scenografia non è semplice sfondo, ma organismo vivo, parte attiva della narrazione. È essa stessa soglia, filtro, teatro mentale. Un luogo in cui la fantasia infantile si fonde con la malinconia adulta, e dove ogni elemento - anche il più minimo - è stato progettato per evocare il mistero, l’attesa e l’illusione

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