Sinossi *: Fin da bambino, Orfeo immagina storie attorno a una villa abbandonata di fronte a casa sua. Pianista solitario e visionario, durante una serata al Polypus – il locale dove suona – incrocia lo sguardo di Eura. Tra loro nasce un amore assoluto, ma lei cela un segreto. Poi scompare. Una sera, Orfeo la vede entrare in una piccola porta su via Saterna, davanti alla villa. La segue. Prima della soglia incontra l’Uomo Verde, figura enigmatica che sembra conoscere i misteri di quel passaggio. Varcata la porta, Orfeo entra in un aldilà visionario, abitato da creature come le Melusine, il Mago dei Boschi e parate di scheletri. Nella villa incontra la Giacca, un diavolo custode che si impossessa del suo corpo per rivivere, attraverso la musica, memorie perdute. Poi gli rivela dov’è Eura: alla stazione, in partenza su un treno appoggiato al suo pianoforte. Solo una porta sul leggio – che si aprirà alle ore 12 – può condurla indietro. Orfeo arriva in tempo per salutarla. Al risveglio, trova l’anello di lei tra le dita. Torna al pianoforte e suona per lei, sapendo che vivrà nei suoi ricordi, nei suoi sogni, nelle sue note.
Note:
Il film "Orfeo" è l’adattamento cinematografico di "Poema a Fumetti" di Dino Buzzati, pubblicato nel 1969 e considerato la prima graphic novel italiana. Buzzati, uno degli autori più importanti del ‘900 italiano, in quest’opera rielabora in chiave moderna il mito di Orfeo e Euridice, ambientandolo a Milano e riproponendo i temi che hanno caratterizzato la sua ricerca artistica: l’arte, l’amore, il mistero, l’erotismo, la melanconia, le riflessioni sul rapporto tra la vita e la morte. Ne nasce un’opera innovativa, concepita e realizzata attraverso una forma ibrida e sperimentale. Il suo autore la considerava la propria opera più importante, una sorta di testamento artistico; e in effetti il Poema è il contenitore ideale per tutto quello che Buzzati aveva amato o imparato, per tutto ciò che era riuscito a intuire nella sua vita di artista e di uomo. Indagando il rapporto indistricabile con la morte, Buzzati di fatto realizza un inno alla vita, ma questa è solo una delle innumerevoli suggestioni e riflessioni che quest’opera-mondo regala al lettore. A distanza di più di 50 anni il Poema continua a rinnovare il suo mistero, a interrogarci, stupirci e turbarci con la sua fantasia spudorata.
Tutto il film è stato interamente ricostruito in Studio e girato in pellicola 16mm. La scenografia di Orfeo nasce da un’intenzione chiara: restituire un mondo che non imita il reale, ma lo reinventa attraverso una lente artigianale, evocativa, profondamente cinematografica. Ogni ambiente del film è stato concepito e costruito all’interno dello studio Fantasmagoria, a Milano, trasformato per l’occasione in un vero e proprio teatro di posa artigianale. Una particolare attenzione è stata data alla coesistenza tra elementi animati e attori in carne e ossa all’interno dello stesso spazio scenico. La stop motion è stata integrata direttamente sul set: i personaggi animati si muovono all’interno delle scenografie costruite per il live action, evitando qualsiasi effetto post-prodotto. Ciò ha richiesto un coordinamento preciso tra reparto scenografia, animazione e macchina da presa, per ottenere un’unione coerente e credibile tra i diversi livelli visivi. La scenografia non è semplice sfondo, ma organismo vivo, parte attiva della narrazione. È essa stessa soglia, filtro, teatro mentale. Un luogo in cui la fantasia infantile si fonde con la malinconia adulta, e dove ogni elemento - anche il più minimo - è stato progettato per evocare il mistero, l’attesa e l’illusione