Sinossi *: “I Giorni Perduti”, uno dei più celebri racconti di Buzzati, struggente riflessione sul tempo che passa e sulle occasioni mancate, ha fornito la base per il cortometraggio. Il film segue tuttavia una strada propria e slegata dal racconto. La vicenda di Kazirra, grigio e castigato uomo d’affari, assume qui i toni di una commedia nera e grottesca, incarnata dall’incontro con un mefistofelico fattorino, il quale mette a confronto il protagonista con il suo passato, racchiuso in altrettante scatole.
Note:
Cortometraggio realizzato dagli studenti cafoscarini del Corso di Cinema Digitale nato nel 2013 dalla collaborazione tra il Ca’ Foscari Short Film Festival, il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’ateneo, e la Ca’ Foscari Challenge School.
Il Corso di Cinema Digitale permette a un gruppo di studenti motivati e orientati verso i diversi ambiti della carriera cinematografica di ampliare il proprio bagaglio conoscitivo ed esperienziale attraverso un percorso che tocca tutti i principali settori del mestiere “cinema”, sondando tanto l’aspetto teorico quanto, soprattutto, quello pratico. Coordinati da Luca Pili, gli studenti sono stati affiancati nei diversi momenti di studio e ricezione da esperti del settore come Tobia Tomasi, Giuliana Muscio, Masha Starec (alla cui memoria è dedicato il corto), Lisa Castagna, Carlo Montanaro, Marco Bassano, Davide Tiso, Igor Imhoff e Gabriele Coassin. Ognuno di loro ha guidato gli studenti in una diversa fase della produzione del corto: dallo storyboard alla post-produzione, dalla sceneggiatura al montaggio, oltre naturalmente ai giorni passati a calcare il set da tutte le sue angolazioni, davanti e dietro la videocamera.
Il corto presentato dagli studenti costituisce il loro saggio di fine corso e si tratta di un libero adattamento in chiave dark comedy del racconto fantastico di Dino Buzzati, “I giorni perduti” (1971), memorabile affresco dell’esistenza, dove con fantasia e ironia si giunge alla resa dei conti con la propria coscienza per fare un bilancio del dare e dell’avere, di quanto si è perso e di ciò che si è guadagnato.