Sinossi *:
"La Striara e Lu Striu" è un racconto di avventura, magia e mistero che segue le vicende di Nino, un bambino affascinato da storie e leggende di un piccolo paese. Nonostante gli avvertimenti e i divieti imposti, Nino decide di intraprendere un viaggio alla ricerca della Striara, una misteriosa strega che custodisce un luogo segreto e affascinante. La storia esplora il conflitto tra la sete di scoperta insita nell'essere umano e il rispetto per i divieti imposti dalla natura.



Note:
Correlazione tra storia, racconti di tradizione e territorio
La scelta artistica e visiva della narrazione filmica de’ “La Striara e lu Striu” nasce dalla volontà della creazione di una nuova favola con forti riferimenti narravo-culturali legati in primo luogo alla leggenda popolare salentina de’ “I massi della Vecchia” e contaminati dalla credenza antica della presenza sul territorio delle “Striare”, le streghe salentine per poi raccontare il complesso rapporto di esistenza tra essere umano e natura. All’interno dello sceneggiato la Striara mantiene il suo carattere misterioso ma perde l’entità maligna ed assume invece una funzione di vassallo protettore, di Sfinge, portatrice di forza e saggezza, antica come la terra, ed impersonificazione della Natura stessa. L’essere umano, quindi, rappresentato dallo spettatore in sala è chiamato a rispondere, quindi ad agire. Nello sceneggiato si crea così il connubio tra presenza dell’ambiente naturale ed esistenza della Striara, da una parte messa al bando dall’uomo dall’altra presenza costante e combattente messa in protezione del luogo sacro.
Come parla una Strega? Ci si è interrogati a lungo sul linguaggio di una Strega, sulla sua evanescenza e, tendenzialmente, poca chiarezza. Nella tradizione salentina la Striara parla attraverso indovinelli ma con lu Striu si desiderava dare una sensazione di difficile accesso alle informazioni, per questo motivo si è voluto affidarsi alle parole di Antonio Verri, in particolare quelle del testo La Betissa.
Partendo da questi presupposti narrativi, si è creata la base di uno scenario con una visione registica precisa: raccontare una storia che avesse una morale attuale ed utile per le nuove generazioni e che esaltasse la narrativa e la cultura locale salentina attraverso i suoi riferimenti socioculturali.
La morala si racchiude nella frase: “Ci sono dei luoghi in cui non ci è permesso andare e dobbiamo rispettarlo”.
Nino, il protagonista, rappresenta tutti noi, le nostre scelte quotidiane, la curiosità ed il superamento dei limiti dell’uomo nei confronti di ciò che lo circonda.

I riferimenti culturali:
- La tradizione orale relativa alle Striare salentine
- I massi della vecchia di Giuggianello
- Antonio Verri in “La Betissa”
- Racconto di Gianni Rodari “La strada che non andava in nessun posto”

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