Sinossi *: Tamara è nata durante una guerra. Fin da bambina ha visto il nemico turco che attaccava ferocemente il popolo curdo. Per lei entrare nella lotta armata non è stata una scelta, ma una necessità. Ha iniziato a combattere a sedici anni, dieci anni fa. La prima promessa che ha fatto a se stessa e ai suoi compagni è stata di resistere, perché crede che la lotta sia resistenza. Dopo aver preso le armi nel suo paese, la Turchia, contro il regime militare e poi quello islamico di Erdoğan, ora combatte in Kurdistan contro i miliziani dell’Isis, l’Internazionale islamista del terrore. Per i suoi ideali Tamara ha sacrificato molto. Ha dovuto dimenticare i sogni personali per uno solo e comune: la libertà del Kurdistan. Per dieci anni l’ha immaginata e attesa. Vedeva le altre ragazze sposarsi e mettere su famiglia, rinunciando a liberare il proprio paese. Tamara ha compiuto la scelta opposta. Rinunciare alla famiglia e ai figli e combattere per la libertà. Tamara comanda una formazione tutta femminile che difende, a poca distanza dalla prima linea, vicino a Makhmur, la capitale “segreta” del PKK in Kurdistan, dove vivono le famiglie di dodicimila rifugiati politici. È stata a lungo nella base di Qandil sulle montagne tra la Turchia e il Kurdistan. Ha affrontato l’Isis nelle trincee di Kirkuk. Ha sostenuto combattimenti che sono rimasti nella memoria dei curdi.