Descrizione: La vecchiaia, in quanto capitolo finale, viene spesso confusa con l'idea di declino, chiusura e termine. I vecchi, abbandonati come rottami in qualche "officina" geriatrica, si riconoscono quali scarti di un mondo che non ha bisogno di impacci e perdite di tempo. Il testo di questa vecchia Signora, attraverso tre quadri-affreschi, richiamo metaforico alla terza età, prova a riscattare l'ultima tappa della nostra esistenza rendendola volutamente più lunga e sottolineandone la densità e la bellezza. Giunta all'ennesimo compleanno, costretta nelle solitarie e indifferenti pareti di un ospizio, a causa del suo odio per le macchine che ha più volte colpito con il suo bastone, obbligata ora a deglutire pasticche per vivere ancora un anno da oggetto abbandonato in un cassetto; la signora Rossana accompagnata dalla dolce presenza del signor Ernesto, malato di Alzheimer, nuota nel fiume di memorie-immagini, custodite gelosamente per tutta la vita. I ricordi s'intrecciano ai desideri non ancora assopiti; la torta, il ballo e la presenza di Ernesto saranno il giusto slancio per tornare a sentirsi viva e correre in discesa su una bicicletta che non si fermerà più.
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