VENEZIA 74 - Due chiacchiere con "Il Signor Rotpeter"
Quanto è sottile la linea di confine che divide l'uomo dall'animale, e cos'è che trasforma l'uno nell'altro, e viceversa?
L'interrogativo sta alla base de "
Il Signor Rotpeter" di Antonietta De Lillo, cortometraggio presentato Fuori Concorso a Venezia74, che trae ispirazione da un racconto di Franz Kafka ed è ambientato in una Napoli contemporanea.
Protagonista del film è una scimmia divenuta uomo, che raggiunta ormai la terza età si concede ad una lunga intervista e ad una lezione all'università, in cui rievoca i passaggi cruciali della metamorfosi e i conseguenti dolori e benefici.
Sotto ad un trucco e ad un'acconciatura che ben tratteggiano il personaggio, c'è l'attrice Marina Confalone, che convince, commuove e diverte con un'interpretazione di matrice marcatamente teatrale.
I toni, i colori e le atmosfere scelti dalla De Lillo virano sul surreale, una buona chiave per riflettere, senza mai risultare banale, su temi quali la libertà e l'identità.
Felice di ciò che è diventato, Rotpeter ricorda che il 97% del DNA della scimmia combacia con quello umano. Allora forse il problema risiede proprio nel restante 3%, quello che contiene di sadismo, elemento sconosciuto all'animale, e di cui l'uomo troppo spesso ha abusato nel corso del tempo. E viene dunque da chiedersi, chi è il vero animale tra i due?
08/09/2017, 18:12
Antonio Capellupo