L'AGENZIA DEI BUGIARDI - Un filo sottile tra Champagne e Tavernello
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L'Agenzia dei Bugiardi " parte come una commedia sofisticata, “alla francese”, con personaggi curiosi, dinamiche intriganti, dialoghi serrati e interessanti e si trasforma presto in "
Natale ai Caraibi", con coppie che si cornificano e che finiscono nello stesso albergo e quei caratteri che potevano far pensare a una novità utilizzati come un qualunque cameriere di "
Natale a 5 Stelle".
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Volfango De Biasi", persa la verve e le idee originali di
Greg & Lillo, si presenta con questa commedia post natalizia scritta insieme a
Fabio Bonifacci, attinta da un successo francese che avrebbe potuto essere fucina di spunti e di adattamenti divertenti per il remake italiano. Con a disposizione
Gianpaolo Morelli, Herbert Ballerina e un
Massimo Ghini sempre ottimo nei ruoli secondari, un minimo di coraggio e di lavoro in più sulla sceneggiatura avrebbe sicuramente portato a un risultato più consistente.
Certo il poco spessore di
Paolo Ruffini e Diana Del Bufalo ma anche sgurdie movenze da grande attrice che ormai
Carla Signoris mette in ogni suo personaggio, oltre a non aggiungere niente al film, riescono ad appesantirlo, aggravando scene spesso inutili o banali.
Alessandra Mastronardi fa del suo meglio per mettere in scena un personaggio dalla parabola inverosimile; prima simpatica e trasgressiva poi insopportabile bacchettona senza alcuna giustificazione.
Ecco, la sceneggiatura che devia verso il filmaccio tutto corna, camere d’hotel e sentimenti un tanto al chilo, sembra sorvolare sulle necessarie giustificazioni, con bande di zingari che appaiono dal nulla, feste cosplay improvvise quanto incredibili, svolte omosessuali del tutto fuori luogo e sequenze buttate dentro solo per arrivare a una situazione che strappa una mezza battuta.
Insomma un film che poteva sfruttare incastri raffinati finisce in farsa, ottima per usare ambienti sponsorizzati, ma poco utile per non far pensare a una nuova occasione sprecata.
14/01/2019, 18:43
Stefano Amadio