PROSERPINA E LE ALTRE - Il lato violento dell'arte
La letteratura e la storia dell'arte, come i film e la tv, hanno sempre riprodotto, in maniera piu' o meno esplicita, delle rappresentazioni della violenza imposta ed inferta al corpo delle donne con una disinvoltura spesso sottovalutata. Come spettatori ci siamo spesso abituati a questo messaggio e in qualche modo la nostra cultura lo ha accettato, normalizzandolo, questo archetipo di violenza e sopraffazione e' entrato nel nostro immaginario collettivo subolamente.
L’arte è sempre lo specchio della società o contribuisce sicuramente all’evoluzione del sentimento collettivo e il documentario
Proserpina e le Altre, parte proprio da questa tesi di comportamento sociale sotterraneo. Dai sarcofagi della statuaria romana al Tintoretto, da Tiziano a Degas, tutti i grandi artisti hanno più o meno scientemente contribuito a trasmettere il simbolo di una donna oggetto del desiderio del sesso forte, corpo e mente che molte volte non accettando rifiuti, diventa stupro.
Nel film si passano in rassegna le sculture, i dipinti, che raccontano di figure femminili, sia letterarie che veramente esistite che sono state abusate, vessate o rapite. La più rappresentata sicuramente Proserpina, poi Lucrezia, Susanna e molte altre. La violenza sul corpo femminile viene quasi quasi accettata e diventa quasi un genere letterario un topos narrativo. Ci si rende conto che attraverso le epoche troppe poche artiste hanno raccontato la sottomissione e la tossicità dei rapporti tra i sessi, tra i casi rari ci sono state Artemisia Gentileschi e Frida Kahlo, che con il loro stile hanno saputo rappresentare con sentita partecipazione il corpo femminile e la violenza.
Le provocazioni contemporanee di
Marina Abramovic o Ana Mendieta si arriva per fortuno ad una nuova consapevolezza per il rispetto della figura femminile. Nel documentario della Barbanente e di Masi un gruppo di esperti, sia donne che uomini, affrontano con approccio quasi scientifico e divulgativo questo lato oscuro ed effettivamente inquietante dell'espressione umana.
Lo scopo del film è quello non di bandire o accusare gli artisti che hanno usato questo tipo di rappresentazione, ma quello di aprire nella coscienza dello spettatore una scintilla di consapevolezza, per uno sguardo piu' consapevole ed etico.
25/11/2024, 09:06
Duccio Ricciardelli