M – IL FIGLIO DEL SECOLO – Faccia a faccia con Mussolini
“
È con il materiale scadente, con gli ultimi che si fa la storia, gli si mette in mano le bombe, le rivoltelle e con loro farò la rivoluzione”, da qui nasce il Fascismo, il 23 marzo 1919, ed è Benito Mussolini stesso a urlarcelo in faccia i primi minuti di “
M - Il Figlio del Secolo”, la nuova serie Sky Original prodotta da Sky Studios e The Apartment, società del gruppo Fremantle, diretta da
Joe Wright ("Espiazione", "L'ora più buia"), scritta da Stefano Bises e Davide Serino, anche autori del soggetto di serie e di puntata insieme ad Antonio Scurati, e basata sull’omonimo romanzo Premio Strega di Scurati, dal 10 gennaio disponibile su Sky e in streaming su NOW.
A condurci nelle trame di colui che diventerà il Duce un irriconoscibile
Luca Marinelli che nei panni di Mussolini abbatte la quarta parete e tenendoci per mano ci fa vivere l’alba di uno dei periodi più bui e violenti della storia italiana. Prima movimento nato da un’Italia stanca, ferita dalla Grande Guerra, dai delinquenti, irregolari, feroci, affamati di riscatto, poi il Fascismo diventa il partito che porterà Mussolini fino al vertice del governo italiano. “Io sono come le bestie, sento il tempo che viene”, e quel tempo riesce a plasmarlo, a usarlo per i suoi scopi, tradendo tutti, anche sé stesso.
Un’opera deflagrante in otto puntate che racconta senza filtri e senza mezzi termini l’impatto che una figura rivoluzionaria a suo modo come Mussolini ha avuto nel primo dopoguerra, impatto che ancora oggi ha i suoi riprovevoli strascichi. “
Mi avete amato follemente per 20 anni, e poi mi avete follemente odiato perché mi amavate ancora, mi avete ridicolizzato, scempiato i miei resti perché di quel folle amore avevate paura. Ma ditemi, a cosa è servito? Guardatevi attorno, siamo ancora tra voi!”, ci dice infatti Mussolini mentre scorrono le immagini di repertorio del ventennio fascista e quelle del suo cadavere appeso a testa in giù e vandalizzato.
In “
M – Il Figlio del Secolo” quel corpo robusto, animalesco, quella mente astuta, quell’animo senza scrupoli, voglioso di potere sono “riportati alla luce” da Marinelli, accento emiliano, grande loquacità, vocabolario forbito, sguardo da esaltato. Il Mussolini di Marinelli è uno scaltro imbonitore, convinto che se lo seguiremo anche noi ci innamoreremo di lui, e ce la mette tutta a sedurci, tanto da essere presto catturati dal suo eloquio, ammirati dalla sua dedizione, dal suo orgoglio, anche dalla sua simpatia che sfocia presto in umorismo nero, ma quando siamo al punto di passare definitivamente dalla sua parte, come se ci trovassimo di fronte a un qualsiasi personaggio da romanzo o da film e non a un sanguinario dittatore, l’incantesimo si rompe perché emerge dirompente la sua vera natura, quella che ordina agli squadristi di massacrare di botte i contadini e gli operai in rivolta durante il “biennio rosso”, o quella che ordina da Primo Ministro di sbarazzarsi del deputato socialista Giacomo Matteotti (Gaetano Bruno) perché aveva denunciato la violenza fascista e gli illeciti commessi dalla nascente dittatura di Mussolini. E quando si sporca l’anima di queste atrocità senza mai macchiarsi fisicamente le mani M. distoglie lo sguardo, guarda altrove, come se non potesse sostenere più il nostro sguardo giudicante, consapevole che le sue chiacchiere non funzionano più.
Intorno a lui orbitano delle figure fondamentali, sedotte e abbandonate dal Duce, che capiranno a loro spese di cosa è capace: Cesare Rossi (Francesco Russo), braccio destro di Mussolini, tanto intelligente quanto crudele; Margherita Sarfatti (Barbara Chichiarelli), amante e consigliera, che plasmerà intellettualmente il futuro Duce; donna Rachele (Benedetta Cimatti) moglie fedele che sopporta i suoi tradimenti e la sua sete di potere.
Un’estetica ricercata, pop, che rifiuta il racconto storico classico per presentarci il protagonista come un villain moderno, un ritmo serrato, una narrazione avvincente che rende in pieno lo spirito dell’epoca, alternando diversi registri, all’inizio più “leggero”, ammantato da umorismo nero, poi gradualmente più cupo, quasi a diventare horror nel momento in cui le trame di Mussolini porranno fine nel sangue ai principi della democrazia, facendo precipitare il paese nel baratro.
Un plauso va a tutta la produzione di questa serie di altissima e rara qualità, che si avvale anche delle musiche elettroniche di Tom Rowlands dei Chemical Brothers, in un affascinante corto circuito tra passato e presente, un cast eccezionale a cominciare da Luca Marinelli, uno dei nostri attori più talentuosi, che qui ha superato sé stesso, ai già citati Francesco Russo, Barbara Chichiarelli, Benedetta Cimatti, e Lorenzo Zurzolo e Vincenzo Nemolato rispettivamente nei panni di Italo Balbo e Vittorio Emanuele II, solo per citarne alcuni. Un’opera che sicuramente farà discutere, una serie, come il romanzo da cui è tratta, che rafforza, per chi già lo possiede, il sentimento antifascista, perché come specifica lo stesso Antonio Scurati “l’arte è politica quando è grande arte”, e “M – Il Figlio del Secolo” lo è senza ombra di dubbio.
05/01/2025, 12:00
Caterina Sabato