MALESCORTO 25 - I vincitori
Oltre 900 spettatori durante la settimana di proiezioni di
Malescorto 2025, con la Cerimonia di Premiazione che ha incoronato i vincitori tra 31 cortometraggi internazionali di altissimo livello giunti alla Selezione Ufficiale. Quest’anno il Festival ha registrato un’affluenza crescente, confermando l’interesse del pubblico per il cinema breve.
La Giuria Tecnica ha assegnato il
Gran Premio Malescorto 2025 al corto "
Deep in my heart is a song" ("
Nel profondo del mio cuore c’è una canzone") del regista americano Jonathan Pickett. Un film esemplare per forza narrativa, originalità e utilizzo maturo degli elementi audiovisivi, privo di forzature retoriche. Girato nelle pianure desertiche dell’Arizona, tra paesaggi evocativi e atmosfere intense, il cortometraggio prende spunto da una vicenda realmente accaduta, raccontata dal protagonista Johnny Bencomo, un cowboy singer di poche parole ma di grande presenza scenica. Un toccante racconto intimista che celebra la poesia e la generosità del cuore umano come rimedi laici alle tragedie della vita, accompagnato dalle note dello stesso protagonista. Il suo successo è stato confermato anche dagli spettatori in sala, ricevendo il maggior numero di preferenze del pubblico.
Il
Premio “TrasmettereArchitettura”, sostenuto dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori delle province di Novara e VCO, è stato assegnato allo spagnolo "
Azul meteoro" ("
Blu meteorite") di Marta Guillén. Un’opera che incanta per la sua poesia visiva e la delicatezza con cui racconta l'incontro fra due solitudini: quelle di Nilo e Atenea. Le ambientazioni diventano palpabili protagoniste, simboli architettonici di un viaggio interiore condiviso. Tra dialoghi e domande esistenziali, la tensione emotiva cresce parallelamente all'esplorazione dei luoghi, trasformando lo spazio in specchio delle loro paure, speranze e desideri.
Il
Premio “Associazione Musei dell’Ossola”, offerto dall’omonima associazione nell’ambito del progetto Interreg Di-segnare, ha visto trionfare "
Les lucioles" ("
Le lucciole"), un cortometraggio d’animazione francese di Mathieu Staropoli, Maïa Xueref, Clémentine Gabard, Ambre Fournier, Loïs Angilella, Léa Faynel, Hannah Gozlan, Emilie Richard e Claire Represa. Il film, ambientato in Francia negli anni Trenta, tratta la storia di alcune operaie impiegate tra le fatiche e i pericoli dell’industria dell’epoca. È un'opera breve ma potente, capace di riportare alla luce una pagina dimenticata della storia del lavoro femminile. Non è solo una denuncia sociale, ma anche un omaggio alla resilienza silenziosa di tante donne il cui sacrificio è stato ignorato per decenni. Un piccolo capolavoro animato, che riesce a scuotere lo spettatore con la sola forza della memoria.
Il
Premio del Pubblico è stato assegnato al cortometraggio irlandese "
Room taken" ("
Stanza occupata") di Tj O’Grady Peyton, con un punteggio di 3.71 su 4. Molto apprezzati anche il cortometraggio statunitense "Deep in my heart is a song" ("Nel mio cuore c’è una canzone") di Jonathan Pickett con una media di 3.56 punti e il francese "Le dérapage" ("Lo scivolone") di Aurélien Laplace con un punteggio medio di 3.46 punti. In questa edizione sono stati più di 500 gli spettatori votanti, confermando l’interesse alla partecipazione attiva e al confronto con la Direzione Artistica.
Tre le
menzioni speciali assegnate quest’anno, che riconoscono l’eterogeneità e la qualità delle opere selezionate dalla Direzione Artistica. "
Cartagène", cortometraggio francese d’animazione realizzato da alcuni studenti dell’ESMA, colpisce per la raffinatezza tecnica e l’originalità visiva: un viaggio tra memoria e affetti che, attraverso uno stile “fumettato” e un sapiente uso della computer grafica, ricrea l’atmosfera sbiadita dei vecchi nastri magnetici per raccontare il legame tra un bambino e suo nonno. Dalla Nuova Zelanda arriva invece Rochelle, del regista Tom Furniss, che si distingue per la forza della sceneggiatura e la qualità della regia e capace di alternare con equilibrio dramma e tenerezza. L’interpretazione intensa e sorprendente di Benjamin Sawyer, guida lo spettatore in un racconto di amicizia e trasformazione emotiva. L’Italia è rappresentata da "
Fucking boobs e Mani a terra", firmato dal regista Paolo Cipolletta: una storia intima e poetica che, attraverso il legame tra due giovani affetti dalla sindrome di Tourette, affronta con delicatezza temi come l’isolamento, la comprensione e la scoperta di sé, restituendo un’immagine viva e non convenzionale della Napoli contemporanea.
30/07/2025, 10:01