FILM ESTREMI - 18 CAPOLAVORI DI WERNER HERZOG - Alla Cineteca
Milano Arlecchino i film Leone d'Oro alla carriera a Venezia
Cineteca Milano celebra l’arte originale, spiazzante e instancabile di
Werner Herzog, il regista tedesco cui la
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dedica quest’anno il
Leone d’Oro alla Carriera. Un premio meritatissimo per un regista che ha spaziato tra i diversi generi cinematografici, rischiando in proprio e senza smettere mai di innovare il linguaggio cinematografino nei 70 lavori da lui diretti tra film e documentari. La rassegna a lui dedicata, composta di ben 18 titoli e intitolata significativamente “
Film Estremi - 18 Capolavori di Werner Herzog” si terrà al cinema Cineteca Milano Arlecchino dal 28 agosto al 24 settembre 2025.
Lo spettatore potrà scegliere tra il film di esordio "
Segni di vita" (1968) e lavori giovanili quali "
Dove sognano le formiche verdi" (1970) o "
Anche i nani hanno cominciato da piccoli" (1970), per passare a titoli iconici quali "
Nosferatu, il principe della notte" (1978), "
L’enigma di Kaspar Hauser" (1978) e "
Fitzcarraldo" (1981), oppure confrontarsi con documentari come "
Cave of Forgotten Dreams" (2010) e "
The Fire Within: A Requiem for Katia and Maurice Krafft" (2022). E questo solo per citare alcuni dei film di un programma che è anche un viaggio articolato e approfondito nella cinematografia di uno dei registi più importanti a cavallo di Novecento e Duemila.
Alberto Barbera, direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, così ha presentato la cinematografia del regista: "
Cineasta fisico e camminatore instancabile, Werner Herzog percorre incessantemente il pianeta Terra inseguendo immagini mai viste, mettendo alla prova la nostra capacità di guardare, sfidandoci a cogliere ciò che sta al di là dell’apparenza del reale, sondando i limiti della rappresentazione filmica alla ricerca inesausta di una verità superiore, estatica, e di esperienze sensoriali inedite. Affermatosi come uno dei maggiori innovatori del Nuovo Cinema Tedesco, Werner Herzog non ha mai smesso di saggiare i limiti del linguaggio cinematografico smentendo la tradizionale distinzione tra documentario e finzione, invitando nel contempo a un’interrogazione radicale sui temi della comunicazione, sui rapporti fra le immagini e la musica, sull’infinita bellezza della natura e la sua inevitabile corruzione. La carriera di Herzog è insieme affascinante e pericolosa, perché consiste in un coinvolgimento totale, nella messa in gioco di sé fino al limite del rischio fisico, dove la catastrofe è costantemente in agguato. Geniale narratore di storie insolite, Herzog è anche l’ultimo erede della grande tradizione del romanticismo tedesco, un umanista visionario, un perlustratore instancabile votato a un nomadismo perpetuo, alla ricerca (com’ebbe a dire) «di un luogo dignitoso e conveniente per l’uomo, un luogo che è talvolta un Paesaggio dell’Anima”.
12/08/2025, 13:16