Note di regia de "La Grazia"
La Grazia è un film d’amore.
Questo motore inesauribile che determina il dubbio, la gelosia, la tenerezza, la commozione, la comprensione delle cose della vita, la responsabilità. L’amore e le sue articolate diramazioni sono viste e vissute attraverso gli occhi di Mariano De Santis, Presidente della Repubblica verosimile ma rigorosamente inventato. Mariano De Santis ama la moglie che non c’è più, la figlia e il figlio e le loro distanze generazionali, ama il diritto penale che ha studiato per tutta la vita.
Mariano De Santis, dietro il suo aspetto serio e rigoroso, è un uomo d’amore.
La Grazia è un film sul dubbio.
E sulla necessità di praticarlo, soprattutto in politica, soprattutto oggi, in un mondo dove i politici si presentano troppo spesso col loro ottuso pacchetto di certezze che provocano solo danni, attriti e risentimenti, minando il benessere collettivo, il dialogo e la tranquillità generale.
Mariano De Santis è un uomo mosso dal dubbio.
La Grazia è un film sulla responsabilità.
Un’altra dote che dovrebbe riguardarci tutti ma che, in modo particolare, dovrebbe caratterizzare l’essere politico, la figura che rappresenta gli altri e che guida o determina le scelte. Anche della responsabilità sentiamo la mancanza, quasi una latitanza, che lascia oggi il posto a inutili esibizionismi, a bordate muscolari, dannose, quando non apertamente pericolose.
Mariano De Santis è un uomo responsabile.
La Grazia è un film sulla paternità.
Un politico può definirsi tale se incarna la dote alta e rassicurante della paternità, non se indossa i panni, cari a certi politici di oggi, del figlio scapestrato. Mariano De Santis è un padre nobile. Ma, da uomo intelligente e animato dal dubbio, sa quando è il momento di tornare a essere figlio. Quando l’età avanza e il presente diventa incomprensibile, anziché disprezzarlo o perdersi in vani rigurgiti nostalgici, si mette in ascolto del presente, attraverso i figli, che hanno una maggiore attitudine alla comprensione del mondo circostante. E si fida di loro.
Mariano De Santis è un grande padre.
La Grazia è un film su un dilemma morale
Concedere o meno la grazia a due persone che hanno commesso degli omicidi in circostanze, però, forse, perdonabili. Firmare o non firmare, da cattolico, una legge difficile sull’eutanasia. Da ragazzo rimasi folgorato dal Decalogo di Kieslowski. Un capolavoro tutto incentrato sui dilemmi morali. La trama delle trame. L’unico intreccio davvero appassionante. Più di un thriller. Non penso di essermi neanche minimamente avvicinato all’altezza del genio di Kieslowski, alla profondità di come affrontava i temi morali, ma ho sentito la necessità di farlo comunque, in un momento storico in cui l’etica, alle volte, sembra essere opzionale, evanescente, opaca o comunque tirata troppo spesso in ballo solo per ragioni strumentali.
L’etica è una cosa seria. Tiene in piedi il mondo.
E Mariano De Santis è un uomo serio.
Paolo Sorrentino