FILM FESTIVAL DIRITTI UMANI LUGANO 12 - A Garin Nugroho
Il FFDUL Film Festival Diritti Umani Lugano assegnerà il “
Premio Diritti Umani per l’autore”, giunto all’ottava edizione, uno dei più importanti registi indonesiani,
Garin Nugroho. Attraverso un lavoro che unisce cinema e impegno civile, Garin Nugroho ha saputo raccontare con profondità e coraggio le trasformazioni sociali, culturali e politiche del Sud-est asiatico, mettendo in luce storie spesso ignorate o marginalizzate. Il suo cinema esplora temi complessi come le tensioni tra tradizione e modernità, le conseguenze di traumi collettivi e conflitti politici, e le sfide della giustizia sociale, restituendo un ritratto vivido della realtà del suo paese, che sta vivendo, proprio in questo momento, importanti tensioni a causa delle crescenti disuguaglianze sociali.
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Il Film Festival Diritti Umani Lugano è onorato di consegnare il Premio Diritti Umani per l’Autore 2025 a Garin Nugroho. Il regista indonesiano, attraverso tutta la sua importante opera, porta il cinema sempre dalla parte dei dimenticati, dei marginali, di coloro che raramente vengono raccontati. Il suo è un cinema di ricerca, nella linguaggio ma anche nella realtà, un cinema poetico che esplora arte e tradizioni e, contemporaneamente, racconta i conflitti sociali e le ingiustizie del suo Paese. La sua presenza sarà una grande occasione per noi, per scoprire un importante autore di cinema e per approfondire la realtà di un paese chiave negli equilibri mondiali ma poco conosciuto nelle sue dinamiche sociali.”
Il regista, nato nel 1961 in Indonesia, si è diplomato nel 1985 all'accademia di cinema di Giacarta. Da allora ha costruito una carriera notevole, realizzando lungometraggi, documentari e cortometraggi. Nugroho è anche critico cinematografico per diversi quotidiani indonesiani e docente presso l’Università dell’Indonesia. I suoi film sono stati selezionati in numerosi festival internazionali tra cui Cannes, Berlino e Venezia. Il lavoro di Nugroho spazia dai documentari ai film a tema sociale, dai lungometraggi ai film-saggio su questioni sociali e politiche. Per i suoi contributi nel campo dell’arte e della cultura, ha ricevuto numerosi premi da diverse istituzioni e paesi.
Garin Nugroho sarà presente a Lugano nei giorni 17 e 18 ottobre per ritirare il Premio e per presentare, in anteprima svizzera, Whispers in the Dabbas e un altro film dalla sua filmografia. (In calce la sinossi del film).
La programmazione in orario scolastico si conferma anche quest’anno uno dei momenti centrali del
FFDUL, con proiezioni, incontri e discussioni pensati per avvicinare le studentesse e gli studenti delle scuole professionali, licei, e istituti universitari a temi importanti e di forte attualità. Quest’anno proposta è stata ampliata per rispondere alla domanda crescente degli istituti. Fin dalle prime edizioni, l’iniziativa rappresenta un appuntamento imprescindibile per il festival, che continua a investire energie e risorse nel coinvolgimento delle nuove generazioni. La partecipazione attiva delle ragazze e dei ragazzi si rinnova ogni anno come momento fondamentale e appassionante, contribuendo a creare un dialogo diretto tra cinema, giovani e diritti umani.
Per la programmazione in orario scolastico, il
FFDUL ha selezionato otto pellicole provenienti da diverse parti del mondo, capaci di stimolare riflessioni e confronti su questioni che toccano da vicino la realtà contemporanea. Tra queste, "
Trop Chaud". Anziane per il clima vs. la Svizzera di Benjamin Weiss che racconta la battaglia delle Anziane per il clima, che hanno portato la Svizzera davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo ottenendo una sentenza storica sul diritto alla protezione dal cambiamento climatico.
Con "
Black Box Diaries", la giornalista giapponese Shiori Ito ripercorre invece la propria vicenda personale, trasformandola in un documentario potente che denuncia le lacune del sistema giudiziario nipponico e segna una tappa fondamentale per il movimento #MeToo in Giappone.
Il legame tra esperienze personali e resistenza attraversa anche "
The Roller, the Life, the Fight "di Elettra Bisogno e Hazem Alqaddi, che intreccia i percorsi di un giovane arrivato da Gaza e di una studentessa a Bruxelles, dando vita a un racconto di migrazione e impegno politico attraverso la pratica del cinema.
Di gioventù in lotta e del cinema come strumento parla anche "
Immortals" di Maja Tschumi, che segue Milo e Khalili, due giovani iracheni che, tra femminismo, creatività e aspirazioni di libertà, rappresentano una generazione cresciuta nell’ombra della guerra ma determinata a immaginare un futuro diverso.
Autobiografia e memoria collettiva sono invece le tematiche de "
La prodigiosa trasformazione della classe operaia" in stranieri di Samir, che ripercorrere la storia dell’immigrazione in Svizzera mettendo in luce come il concetto di classe operaia si sia trasformato in quello di lavoratore straniero, in un viaggio che attraversa decenni di società, cultura e pregiudizi.
Uno sguardo alle tensioni del presente arriva da "
Khartoum", diretto da Anas Saeed, Rawia Alhag, Ibrahim Snoopy e Timeea M. Ahmed, che attraverso cinque storie personali restituisce la complessità di una città e di un Paese, il Sudan, attraversati dalla guerra e dalle crisi umanitarie.
La memoria e la riconciliazione sono invece al centro de "
Il ragazzo della Drina" di Zijad Ibrahimovic, che racconta il ritorno a Srebrenica di Irvin, sopravvissuto bambino al genocidio, deciso a ridare dignità a quei luoghi costruendo un nuovo villaggio a trent’anni da quella tragedia.
Infine "
Les Algues Vertes" di Pierre Jolivet, che porta sullo schermo l’inchiesta di una giornalista francese alle prese con un mistero ambientale legato alle spiagge bretoni e con i tentativi di insabbiamento da parte di politica e interessi locali. Un film di grande attualità che ci fa riflettere sull’impatto delle multinazionali.
Otto film, dunque, che aprono finestre su questioni globali e storie personali, creando occasioni di confronto diretto con esperti, registi e protagonisti. Un percorso che fa del cinema non solo uno strumento di conoscenza, ma anche un’occasione di crescita e di consapevolezza critica per le giovani generazioni.
Il festival 2025, con la co-direzione di Antonio Prata e Margherita Cascio e la presidenza di Roberto Pomari, e fortemente voluto dalla Fondazione Diritti Umani di Lugano, rinnova inoltre le collaborazioni con associazioni e ONG locali e internazionali.
Il Film Festival Diritti Umani Lugano, inoltre, ha costituito nel 2015 il network nazionale dei Film Festival e Forum sui Diritti Umani, insieme a FIFDH di Ginevra e Human Rights Film Festival Zurich. Oltre confine, il festival collabora con il Festival dei Diritti Umani di Milano.
12/09/2025, 07:56