Note di regia di "Un solco nella terra"
Il videoracconto è stato pensato come un viaggio frammentato in due tempi sovrapposti: quello del presente, costituito dalle persone che hanno conosciuto Roberto e che possono raccontarcelo, e quello del passato, attraverso una soggettiva dello stesso commissario durante uno dei tanti esami diagnostici che deve aver affrontato nella malattia. Proprio in questo passaggio il tempo del nostro protagonista si dilata e si contrae, ponendosi come legante tra la terra, oggetto dell’indagine, il corpo e i pensieri dello stesso. In un processo che si protrae, infine, verso il futuro e tutto ciò che rimane. Questa sequenza è stata in parte girata ad hoc, in parte costituita da materiale d’archivio del protagonista e della sua famiglia, in un montaggio tipico della forma del ricordo, come nei diari di Jonas Mekas, in cui il tempo non è del tutto lineare. Le parti del presente, cioè del racconto su Roberto, è resa in gran parte attraverso l’uso dell’intervista indiretta, utilizzando voce off e focus su oggetti e azioni, soffermandoci solo in alcuni momenti sugli sguardi degli intervistati.
Giacomo Della Rocca