Note di regia di "Strike - Figli di un'era Sbagliata"
"
Strike - Figli di un'era sbagliata" è il frutto di un'amicizia, la nostra, nata alle scuole elementari. Siamo diventati adulti insieme, e oggi siamo un vero e proprio trio creativo. Strike è nato prima come spettacolo teatrale, nel 2018, e dopo 5 anni di lavoro e di studio, anche grazie ai preziosi suggerimenti del nostro mentore, Massimiliano Bruno, possiamo dire di conoscere davvero l'universo in cui è ambientato, quello del Ser.D., un luogo di cui la stragrande maggioranza delle persone ignora l'esistenza. È la struttura sanitaria pubblica che accoglie tutti i tipi di dipendenti patologici, un luogo dove le classi sociali si annullano, tutti diventano uguali davanti alla propria dipendenza.
Nella nostra storia, durante un’estate torrida, tre ragazzi, di tre estrazioni sociali diverse, si conoscono proprio in quel luogo, e nonostante le loro differenze e gli ostacoli che la vita mette loro davanti, quando sembra che non abbiano più ricette per cambiare il mondo, si uniscono e diventano l’uno lo scudo dell’altro. Affrontano insieme le loro dipendenze e si scontrano con quelle delle persone che li circondano, fino a capire che le relazioni umane sono necessarie per trovare una soluzione.
I tre personaggi principali sono interpretati da noi. Dante, il goffo laureando in psicologia, insicuro e con una figura paterna molto ingombrante. Pietro, costretto a regolari controlli dopo essere stato sorpreso in possesso di marijuana. Tiziano, che dichiara una tossicodipendenza da crack ed intende seguire un percorso di riabilitazione. Accanto a loro, molteplici personaggi danno colore e profondità alla storia. Sono entusiasmanti per il loro carattere, per le loro contraddizioni e per il loro modo unico di affrontare le difficoltà. La valorizzazione dei personaggi è perseguita con un approccio registico “invisibile”, che ne esalta la recitazione e l’improvvisazione. Un frequente ricorso a primi piani e a dettagli e, nei momenti ad alto impatto emotivo, alla camera a mano, ci ha dato modo di restituire attraverso una regia “mossa” la confusione e l’instabilità emotiva dei personaggi. Allo stesso modo, l'ambientazione del Ser.D., è stata da noi interpretata come un vero e proprio “palcoscenico”, un muto spettatore delle storie e dei cambiamenti dei personaggi. Per questo motivo, ci siamo serviti di alcune inquadrature ricorrenti, variandone solo “il contenuto”, per enfatizzare i mutamenti delle persone e dell’ambiente, che diventa così un termometro emotivo degli archi dei personaggi.
Questo film parla della nostra generazione e delle sue fragilità̀, che spesso rimangono nascoste, rendendo il dolore insopportabile, al punto tale da tentare qualsiasi soluzione per alleviarlo.
Siamo stati a contatto con tutte le realtà̀ che raccontiamo, nella loro bellezza e nella loro crudeltà̀, e abbiamo iniziato a vederle in modo diverso, a cambiare prospettiva, ad eliminare il giudizio. Solo così ci siamo resi conto che forse chi assume una sostanza non lo fa per alterarsi o “essere fatto”, ma per “stare” con qualcuno. Abbiamo persone vicine a noi che sono state o che sono in comunità̀ e altre che non ci sono più̀, come Cranio Randagio, un giovane cantante, morto di overdose, un ragazzo come noi. La sua scomparsa è stata uno dei grandi motivi che ci hanno portato a raccontare una storia come questa e abbiamo scelto di inserire nel film alcune delle sue canzoni che rispecchiano gli stati emotivi dei giovani di oggi.
Il tutto raccontato con il tono della commedia all'italiana, dove nel dramma più̀ duro si riesce
attraverso la risata, ad esorcizzare i problemi e a far entrare lo spettatore in un reale e vivo contatto con i temi più profondi della storia.
Per citare alcuni film che sono per motivi diversi dei nostri punti di riferimento, abbiamo attinto all'energia di Trainspotting, con la voglia di esprimere le proprie teorie sulla vita e il coraggio di affrontare un tabù in modo sfrontato, quasi rivoluzionario; da Brutti, sporchi e cattivi abbiamo colto l’umanità̀ dei personaggi e la cura delle ambientazioni. Infine, di Smetto Quando Voglio
abbiamo amato i dialoghi, le situazioni paradossali e le atmosfere pop, che rendono godibile il film ad un ampio range di persone. Così, se Strike – Figli di un'era sbagliata si rivolge, prima di tutto, e ai ragazzi e alle nuove generazioni, la nostra ambizione è consentire anche agli adulti di vedere il mondo come i giovani d’oggi, come i loro figli. Per capirli, per capirsi.
Gabriele Berti,
Giovanni Nasta e
Diego Tricarico