Sinossi *:
Può capitare che il destino, ogni tanto, giochi degli scherzi che non ci aspettiamo. È ciò che accade ai giovani Dante, Pietro e Tiziano, che si ritrovano, per scelta o per costrizione, a passare un'estate in una struttura sanitaria di accoglienza per i pazienti che hanno una dipendenza clinica, di qualunque natura essa sia. Quel che è sicuro, è che dei ragazzi di vent'anni vorrebbero stare il più lontani possibile da un posto del genere. Soprattutto mentre tutto il
mondo è in vacanza.
È tra queste mura (o meglio, nel cortile) che si incrociano i destini dei nostri protagonisti. Dante ha scelto questo luogo. È laureando in psicologia, ma è timido e goffo. Pietro, neodiplomato, è costretto ad una terapia riabilitativa perché è stato beccato più volte in possesso di marijuana. E sogna di andare in vacanza il prima possibile e lasciarsi i problemi alle spalle. Tiziano è un duro di periferia, che nasconde un cuore d’oro. Dichiara una grave dipendenza da crack, da risolvere al più presto. Con tre aspirazioni e necessità diverse, tre caratteri apparentemente incompatibili, i ragazzi scopriranno il valore dell'amicizia in questo luogo dimenticato da Dio. Dante è impacciato, il suo tentativo di organizzare un incontro terapeutico per fine estate non riscuote alcun successo fra i pazienti del Centro. È sicuro che sarà un fallimento, l'evento andrà sicuramente deserto e sarà costretto a dare ragione a suo padre, che non ha la minima fiducia in lui. Nonostante tutto, Dante prova a coinvolgere alcuni pazienti, a cominciare da Tante Volte (soprannome dovuto al suo vizio di scroccare agli altri cominciando sempre con la frase “non è che tante volte…”), o da Forrest, che è stato soprannominato così perché scappa sempre via correndo per non affrontare le sedute di terapia, oppure dal Principe, o da Mamma Chioccia. Ma nulla, nessuno asseconda Dante, e la sua insicurezza aumenta. Fino a che, sulla panchina al centro del cortile, Dante trova in Pietro un interlocutore che non lo giudica. Ed è sempre su quella panchina che i due ragazzi conoscono Tiziano, il nuovo arrivato, silenzioso, schivo, dall’aria poco raccomandabile, eppure particolarmente saggio ed empatico. Il rapporto fra i tre ragazzi, tra mille peripezie, serate goliardiche, salite, ricadute, accesi confronti e sofferte prese di coscienza, evolve in un’amicizia profonda. “Perché uno, quando cresce, se li sceglie i fratelli”. Questo il legame profondo che si crea tra Dante, Pietro e Tiziano, che i ragazzi scoprono essere salvifico, per loro stessi e per le persone a cui vogliono bene. Imparano che insieme possono superare gli ostacoli che la vita pone loro davanti, anche quando le sfide sembrano insormontabili.

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