Note di regia di "Carosello in Love"
Carosello racconta una storia d’amore.
Un amore che, come tante volte accade nella vita, fa fatica a riconoscersi, a trovare la propria strada.
Mario e Laura si conoscono da sempre, vivono a pochi metri di distanza l’uno dall’altra e condividono lo stesso ambiente di lavoro, ma nonostante tutto questo impiegano una vita intera nel tentativo di “trovarsi”.
Seguendo le loro vite attraversiamo un pezzo di storia della televisione italiana e nello specifico di Carosello, un programma che più di ogni altro ha incarnato l’evoluzione del costume e della società del nostro paese tra gli anni ‘50 e ‘70 del ‘900.
Ho cercato di approcciare questa storia rispettando la delicatezza e la grazia che attraversavano il copione. Nella costruzione dei personaggi e nella messa in scena abbiamo cercato un equilibrio tra il realismo che richiedeva il fatto di raccontare una storia calata nella
realtà di Carosello, specchio dinamico dei cambiamenti del paese, e il tono “fiabesco” della storia di amore tra i nostri due protagonisti.
Il lavoro di costume, trucco e acconciatura è stato così impostato cercando di seguire filologicamente i passaggi di epoca e lo stile di ogni specifico decennio raccontato e allo stesso tempo tenendo sempre in mente la necessità di caratterizzare i nostri personaggi
donandogli un carattere che potesse distinguerli e renderli “unici” nel panorama estetico delle varie epoche.
Anche la scenografia e la fotografia sono state impostate cercando prima i toni caldi degli anni ‘50 e ‘60 per poi virare dolcemente verso la atmosfere più fredde e vicine alla modernità degli anni ‘70, senza dimenticare mai di dare agli ambienti e ai personaggi un carattere
peculiare e sospeso tra la realtà e la favola.
L’Italia è così diventata una Roma sognata che assomiglia ad un piccolo paese senza tempo e la televisione un contenitore in cui si muovono le speranze e i dolori di un popolo incarnato dai personaggi della storia, le cui vite sono allo stesso tempo così lontane e così simili
alle nostre. Ho dunque provato a posare lo sguardo su Mario e Laura con dolcezza ed empatia, cercando di rimanergli vicino nei loro errori, gioie, entusiasmi e patimenti del cuore, così comuni e universali da avere la forza di attraversare le epoche e parlare a tutti.
Jacopo Bonvicini