Sinossi *: È il digitale stesso - esploso, fuori controllo - a farsi strumento della memoria: dispositivo instabile che opera secondo la logica del ricordo, per frammenti discontinui, sovraesposti, cromaticamente alterati, pixelati. L’immagine brucia, eppure qualcosa prende corpo.
Una figura lentamente emerge dal nero. Sullo schermo è leggibile la data di nascita del regista: un dettaglio laterale che rivela un'origine.
Ne scaturisce un non-film concepito come atto di dedica, in cui una voce paterna funge da asse emotivo e strutturale. Affetto e processo creativo si intrecciano in un gesto inscindibile, dove ricordare coincide con montare, e montare con dare forma inedita a materiali personali. L’immagine allora non documenta, ma testimonia; non sopravvive, ma resiste al proprio stesso disfacimento. Come se ricordare fosse il tentativo incosciente di confrontarsi col mare aperto.