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BIOGRAFILM 21 - "Quale Allegria": o zio e Lucio DallaSinossi *: “
Mio zio Massimo è simpatico, basso, pelato e peloso, e soprattutto ha una grave disabilità, e da bambino ero convinto fosse Lucio Dalla. E che la follia giocosa di Dalla ci avrebbe liberato”.
Video personali e inediti di Dalla da archivi privati si sovrappongono alle immagini di oggi di zio Massimo, in un documentario intimo e visionario, in cui il regista si espone raccontando affetti e difficoltà, e il rapporto di una famiglia con la disabilità.
Da bambino Francesco ne era convinto, suo zio Massimo e Lucio Dalla si assomigliavano. Anzi, erano la stessa persona. Forse simili fisicamente, ma soprattutto tutti e due complicati, anomali, diversi. Ora è adulto ed esplora quell’impossibile somiglianza, che gli aveva permesso di capire la disabilità di suo zio. Così Francesco filma la vita di Massimo mentre il suo voice over riflette su cosa provi davvero lo zio, da dove vengano le sue rabbie. I suoi tratti più complessi, interessanti e difficili sono illuminati, riletti e re-immaginati grazie a Lucio Dalla, alle sue parole, canzoni e follie. Perché Dalla, disperato e giocoso, gli permette di sentire come lo zio riesca a essere sia uomo che bambino. Perché Dalla, che dice di vivere in un continuo déjà-vu, gli dà il senso delle giornate troppo uguali dello zio fra percorsi obbligati e riti quotidiani. Perché Dalla che canta «la libertà è difficile e fa soffrire», gli mostra il rapporto fra le gabbie e le rabbie di Massimo. Perché le sue rabbie diventano i vocalizzi scat più furiosi di Dalla, fatti per dire quello che le parole non possono. Perché Dalla appeso a un albero che racconta delle sue venti ore a vedere la tv, gli fa capire perché anche lo zio si riempia la vita di radio e tv. Perché Dalla, che canta di «aver cercato per una vita senza trovare» l’allegria, ha continuato ancora a cercarla. In questo gioco di specchi Francesco volge lo sguardo verso di sé, riflettendo sulle proprie somiglianze con lo zio e sul perché abbia chiamato Lucio Dalla ad aiutarlo a comprenderli, e forse a liberarli.