Sinossi *: E’ uno schema narrativo vecchissimo, e per questo sempre nuovo: adoperato addirittura già nell’Iliade, quando Aiace ed Ettore, guerrieri di eserciti diversi, nel libro settimo si feriscono in duello e vengono ricoverati nella stessa tenda.
E avviene il miracoloso incontro fra diversi.
I cuori di Alberto e di Angelo ingrippano nella stessa notte.
Così dice Angelo, giovane carrozziere di ex borgata, ex sottoproletariato, un ex tutto diventato qualcosa che Alberto, sceneggiatore di successo, bravo e matto, rumoroso e squlibrato come un rinoceronte, non capisce.
Diventano amici in sala rianimazione. Amici come lo si può diventare ridendo come matti al cospetto della morte. E appena fuori, la vita gli sembra talmente cambiata, sempre consapevoli di ogni battito cardiaco, che diventano indispensabili l’uno all’altro.
Continuare a ridere. Non pensarci.
Alberto, che è un uomo solo, si installa come un paguro nella conchiglia, la casa di Angelo, lì al Pigneto, sopra la carrozzeria specializzata in auto d’epoca. Un mondo imperscrutabile, ora bellissimo, ora sinistro.
Il crocicchio di strade dove andava a zonzo Accattone: come sono diventate?
Ma in quella casa c’è una famiglia: una moglie, Rossana, bella e incinta, e due figli, Perla, una scontrosa adolescente e Airton, in omaggio al grande Senna, un bambino impaurito dagli eventi.
Per quelle dinamiche assurde che accadono solo nella vita vera, si crea una famiglia con due padri, con funzioni complementari: uno solido, che guadagna, evade, mette al pizzo, e l’altro che legge, scrive e sperpera, soldi e relazioni.
Ma non c’è scontro, fra le loro visioni delle cose: solo un abbraccio comico e disperato.
Angelo nasconde a tutti di sentirsi sempre peggio, e con un piano, cerca di trasferire all’amico, come eredità, come dono, come responsabilità morale, ciò che ha di più caro: Rossana, Airton e Perla.