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"Tutte le Barche a Terra" una giornata a Gallipoli tra vicoli e barche da pesca-
"Tutte le Barche a Terra": un piccolo gioiello firmato da Chiara Idrusa ScrimieriSinossi *: Un mondo semplice e magico vive nell’isola. La vita a Gallipoli si sveglia presto con la voce degli ambulanti e col canto delle donne che preparano il pranzo.
Sopra tutte la voce di Anna riempie i vicoli e i vicini per ascoltarla spengono la televisione. Nel suo mondo, il centro storico, i bambini crescono esplorando liberi e i vecchi non sono mai soli, le case sono aperte e le strade avvicinano. Il canto è un filo che lega questa storia corale, fatta di resistenza: cantano i pescatori alla festa di paese, cantano le donne stendendo il bucato; cucinano davanti alle nipoti cantando l’amore, la paura, la morte per stemperare la solitudine. Nella voce di Anna però abita un senso di sottile erosione, che non è solo un dolore personale. Un’ inquietudine serpeggia nelle case e per le strade. L’isola guarda oltre il ponte il mondo che si trasforma con prepotenza. Qualcuno esprime sconforto, fantasmi in un paesaggio spiazzante. I pescatori abitano condomìni di periferia lontani dal mare, le barche sono parcheggiate nei cortili di cemento come gusci vuoti, le casse del pesce approdano vuote.
Ogni cosa è messa al posto sbagliato.
La certezza della crisi arriva la notte della festa del Santo Patrono: nelle periferie popolari della città nuova una lunga e profonda ferita squarcia l’asfalto rivelando lo scempio di un’edilizia scellerata.
Si rinasce dai sotterranei, con le voci dei ragazzini esploratori impavidi alla ricerca di fossili e il canto desolato di Anna. Ritorna l’estate. Le prove delle frecce tricolori liberano verso l’alto lo sguardo esausto di Anna e del suo paese...