Sinossi *:
"Artefatti" di Alessandro Bavari e Sara Aliscioni, è una riflessione metafisica sull’identità, sull’illusione della visibilità come unica forma di esistenza, sul fragile confine tra essere e apparire. Un viaggio estetico e visionario nel cuore di un mondo dove tutto nasce dalla luce e senza lo sguardo altrui, tutto svanisce. Nel bianco e nero rarefatto di un diorama onirico, si muovono figure surreali: esseri di metallo, maschere lucide, corpi frammentati e geometrie artificiali. Sono gli Artefatti, personaggi edonisti e narcisisti, senza radici né memoria, figli del presente e della luce. Si materializzano nel bagliore e vivono solo fintanto che sono visti, adulati, desiderati. Il loro palcoscenico è un teatro dell’apparenza, dove esistere coincide con l’essere guardati. Nutriti dagli occhi degli altri, dalla superficie e dalla vanità, questi esseri effimeri non possiedono un sé autentico ma solo l’immagine riflessa che li tiene in vita. Accanto a loro si muovono gli Anonimi: esseri spenti, privi di grazia e significato, senza volontà né luce propria. Emergono infine gli Invisibili: creature rare che non brillano di luce riflessa ma portano dentro di s una luce autentica, sindoni spettrali, tracce sottili di un’anima che ha sentito e provato pietà. Il testo di Sara Aliscioni e il video di Alessandro Bavari costruiscono un universo simbolico e archetipico, sospeso tra il sacro e il post-umano, dove tutto avviene in un eterno presente senza tempo. L’intero impianto narrativo si muove su un palcoscenico che ricorda la solennità rarefatta della pittura metafisica, la corrente modernista e le riflessioni sulla iperrealtà del simulacro di Jean Baudrillard il quale sosteneva che il segno precede e produce il reale piuttosto che derivarne, facendolo sopravvivere come effetto dell’immagine che lo mette in scena.

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