Sinossi *: Il lungometraggio è una sorta di fuga a più voci: da una parte il dialogo di Leopardi sulla natura e l'islandese, scritto nel 1824 e tratto dalle Operette Morali, dall'altra le citazioni poetiche di Jón Kalman Stefánsson, il più importante scrittore islandese contemporaneo (i cui libri in Italia sono pubblicati dalla casa editrice Iperborea), quindi le immagini della natura stessa, di una terra giovane, prima della venuta dell'uomo, nella sua potenza primordiale.
Ognuna di queste voci fa capo all'uso di diversi generi musicali: per Leopardi le improvvisazioni dal vivo di Saeed Mirzazadeh al Tar, strumento della tradizione persiana; le musiche originali di Ruggero Laganà, per flauti ed elettronica, interpretate da Antonella Bini, che commentano le citazioni letterarie di Stefansson; alcuni frammenti del Winterreise di Schubert che commentano le immagini della natura islandese, in una rara versione del 1933 di Gerard Hürsh; infine la voce di Bàra Grímsdóttir, la più importante ricercatrice e cantante folk islandese, con le sue melodie popolari.